Dettagli Recensione
Questo NON è un uomo
Agghiacciante.
Non c'è aggettivo più preciso per descrivere il mondo che Primo Levi ci fa conoscere. Un mondo che si immagina soltanto (per fortuna!) e che certamente nessuno può comprendere fino in fondo senza averlo vissuto.
Ciò che maggiormente colpisce di questo libro è l'atmosfera che si respira in ogni singola pagina, dal viaggio in treno fino all'uscita dal campo di concentramento. Un'atmosfera di straniamento, come se la realtà fosse cristallizzata in una dimensione atemporale di crudeltà, orrore e distruzione. Distruzione dell'uomo, della sua anima, della sua mente, del suo corpo. Perchè questo è ciò che accadeva nei lager che Levi ci presenta dall'interno. E il quadro che ne emerge è persino peggiore di quel che ci si immagina: un posto in cui non esiste la dignità, dove non esiste il rispetto, dove non esiste l'empatia. Dove non esiste l'uomo. Aveva ragione la grande Hannah Arendt che vedeva nei nazisti uomini comuni dal pensiero annebbiato a causa di un'ideologia soverchiante e mistificante. Ma è davvero possibile una tale crudeltà, un tale delirio di onnipotenza, una tale sottomissione alla lucida follia di un uomo come altri? E' davvero questo un uomo? Può essere questo un uomo? Può un uomo annullare un altro uomo, come se tutto ciò fosse normale? FIno a dove può condurre la paura del diverso?
Sono interrogativi a cui lo stesso Primo Levi non è in grado di dare una risposta, ma ciò che conta è che rimangano sempre presenti nelle nostre menti. Per non dimenticare e, soprattutto, non ripetere.
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Leggere "Se questo è un uomo" penso sia quasi un dovere civico.