Dettagli Recensione
Il capolavoro della crisi dell'uomo pirandelliano
Sono di parte, perché amo Pirandello, ma penso si possa dire in maniera abbastanza oggettiva che questo è un capolavoro assoluto.
La trama serve appena appena, per esporre meglio le idee della poetica pirandelliana. Mentre Vitangelo si guarda allo specchio, la moglie gli fa notare che il suo naso pende verso destra; crolla così il mondo di certezze di Vitangelo (e anche il nostro, appena leggiamo questo romanzo) ed egli si rende conto di non essere come si era sempre visto; o meglio, di non essere per gli altri quello che egli è per lui. Si rende conto che ogni persona che conosce vede un "Moscarda" diverso, capisce di non avere un'identità, ma "centomila" e tutte diverse e parimenti reali. Ciò genera in lui un senso di angoscia, di orrore e decide di iniziare ad uccidere queste identità affinché tutti lo vedano allo stesso modo. Comincia a compiere gesti a dir poco strani, come quello di donare la casa ad un vagabondo per non essere più etichettato come usuraio, ma nessuno capisce la sua crisi e viene considerato pazzo. Una volta ribellatosi alle convenzioni sociali, non può far altro che allontanarsi da tutti e rifugiarsi in un posto dove può rinascere ogni giorno come nuovo.
A mio avviso questo è il capolavoro massimo di Pirandello, non l'unico sicuramente, ma quello dove tutti i suoi temi vengono trattati ed esposti in maniera migliore: il tema della crisi dell'identità, della relatività - cioè una visione soggettiva di tutto -, del contrasto tra vita e forma, e dell'umorismo. A tratti è abbastanza filosofico e difficile. È sicuramente un romanzo che ti cambia la vita; cambia il tuo modo di vedere te stesso e gli altri.
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La recensione fa scattare una molla interiore e questo e importantissimo, si vede anche che tu conosca bene il pensiero di Pirandello. Se prima avevo un po di timore nel leggerlo, ora sicuramente lo leggero questo libro, sempre utilizzando il metodo sopra menzionato. Grazie per il tuo pensiero sul libro.