Dettagli Recensione
Il Piacere
Romanzo divenuto da sempre simbolo per identificare D'Annunzio letterato, “Il Piacere” è stato sezionato e parcellizzato in ogni sua parte da foltissima schiera di critici, analizzandone intenti, espressività, stile e linguaggio, influenze, coerenze e contrasti con gli indirizzi artistici dell'epoca cui appartiene.
Abbandonando ricordi scolastici e antologici, svicolando dalle indicazioni dei critici letterari, cosa trasmette oggi una simile lettura?
Senza dubbio il romanzo “Il Piacere” è un'opera complessa, all'interno della quale si intrecciano contenuti, caratterizzazioni psicologiche dei personaggi, atmosfere letterarie, contaminazioni decadenti; ma l'effetto finale è squisitamente raffinato.
Il contenuto su cui poggia l'intera impalcatura del racconto è presente e solido, un contenuto elaborato da D'Annunzio con cura del particolare oggettivo e soggettivo.
Andrea Sperelli è figlio di una società aristocratica che si culla tra ozi, agi, teatri, concerti, duelli; egli è diviso tra avventure amorose che scandiscono le ore del giorno e della notte, egli è rapito dalla beltà e dal fascino muliebre, dal brivido della passione, del tradimento, scivolando tra alcove, immerso in vagheggiamenti sognanti e deliranti.
Andrea è l'espressione più alta della passione e dell'emotività, ritratto nella vividezza degli usi del tempo e scandagliato nell'intimo del cuore.
Lo spaccato sociale e ambientale è fedele ai tempi, è filo conduttore e culla dell'intera narrazione; i palazzi romani sono dimore ricche e sfarzose, pullulano di opere d'arte, di arazzi, di sculture, di tessuti preziosi e introvabili. Tutto ciò che circonda questi uomini è un'esplosione di bellezza, di ricercatezza, di armonia.
D'Annunzio sa cantare il ruolo dell'arte e vuole cantare il valore e l'anima dell'arte attraverso queste pagine, infarcendo la narrazione di citazioni poetiche, di rappresentazioni pittoriche e di arie musicali; risuona alle orecchie del lettore una sinfonia melodiosa, rifulgono agli occhi l'oro zecchino delle cornici, il luccichio di gioielli di ottima fattura e cesello.
Strada facendo sale forte il messaggio dell'autore, come un vento insinuatosi tra le pagine; impossibile ignorarlo. L'incanto si spezza, la caduta avanza, in maniera duplice, ossia nelle pieghe dell'animo umano e della società e nel campo artistico.
Mirabile D'Annunzio nel mettere in scena l'ambivalenza piacere- infelicità, estasi-struggimento, bellezza-decadimento.
Il sole, le essenze, i fiori, i luoghi ameni, compartecipi muti della gioia di vivere, dell'esaltazione amorosa, dell'estasi artistica, cedono la scena al silenzio cupo, al grigio logorio della mente, al tarlo del tradimento, alle stanze depredate dalle bellezze preziose e passate nelle mani di mercanti senza scrupoli e senza amore per l'arte.
Immenso è il contenuto de Il Piacere, elaborato dalla penna lirica, densa, elegiaca d'annunziana.
Il gusto per l'estetica è interpretato magistralmente dal protagonista Sperelli, uomo e artista; un uomo che vive di eccessi, anima ambigua, che fa della passione e della ricerca della bellezza un motivo di vita, forse l'unico.
Il dio piacere narrato da D'Annunzio assume le sembianze di un Giano bifronte, non è solo esaltazione del gusto edonistico della vita e delle arti, ma è fonte di egoismo, immoralità, corruzione.
Tante influenze letterarie affiorano tra le righe, donando al romanzo un costrutto ricco, senza deviare l'attenzione del lettore dal flusso narrativo, anzi potenziandone l'effetto e la consistenza.
E' una lettura che appartiene ad un altro tempo e ad un altro sentire, eppure è destinata a rimanere testamento letterario.
Indicazioni utili
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Sono felice di avere ripreso questo testo tra le mani, il mio approccio ora, scontato dirlo, è stato del tutto diverso, grazie al bagaglio di letture, autori, correnti e stili acquisiti con la conoscenza.
Ora posso dire di essermi avvicinata a coglierne l'essenza ed è riuscito a trasmettermi contenuti.
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