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Castigo
 
Castigo 2013-12-05 18:32:52 silvia71
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
silvia71 Opinione inserita da silvia71    05 Dicembre, 2013
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Castigo

Se con opere come “Il ventre di Napoli” e “Il paese di cuccagna, la Serao si apprestava a scrivere pagine indelebili per raccontare presente e passato, cultura e tradizioni, della terra partenopea, con il romanzo “Castigo”, l'autrice percorre il solco tracciato dalle correnti romantiche di fine Ottocento, regalandoci tuttavia una narrazione dall'impronta personalissima.

La lettura di questo romanzo è affascinante, rendendo grande la mano di un'autrice che non necessità di una trama ricca e complicata per coinvolgere il pubblico, servendosi solamente di una maestria stilistica illuminante.
L'input narrativo sgorga da passioni tormentate, amori folli, sentimenti calpestati, rappresentando tempi in cui tradimenti ed onte si vendicavano con il duello.
Un tempo assai lontano per noi, lettori di oggi che ci avviciniamo a simili immagini con un accenno di sorriso sulle labbra e con un pizzico di freddo nelle ossa; eppure questo è lo spaccato socio-culturale dell'epoca.
L'amore, l'onore, il peccato, la morte si rincorrono senza tregua per l'intero excursus narrativo, sfociando in una rappresentazione a tinte fosche e forti, dell'intricata selva dei sentimenti umani.
I protagonisti gridano la loro sofferenza sia con le parole sia con i silenzi, colti nelle riflessioni più intime e nel rapportarsi con il prossimo secondo quanto dettato dai costumi e dalle convenienze.

Grazie alla capacità espositiva e linguistica della Serao, “Castigo” esce dai binari del romanzo cavalleresco e amoroso, per assurgere ad opera dotata di una profondità psicologica sull'uomo e inframmezzata da ridenti cammei che fotografano con minuzia le città di Firenze e Napoli.
Il solo tema passionale calza come un vestito troppo stretto per l'esuberante penna, tanto che in alcuni punti la narrazione sembra esplodere in un tripudio di immagini, suoni, colori, che spezzano il filo doloroso del racconto per innestare visioni stupende delle succitate città; paesaggi, monumenti, giardini, vicoli, strade, profumi, usi, tradizioni.
La mano di Matilde non ama il dialogo, ma eccelle nell'approfondimento sia esso ambientale, culturale, psicologico, inanellando pagine ricche e vivide.
Questa caratteristica peculiare ha senza dubbio contribuito a donare ai suoi scritti un valore letterario e documentale nel tempo, scattando immagini in bianco e nero del nostro passato e dei nostri luoghi.

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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Certo anche se per certi contenuti sono opere superate, che boccata d'ossigeno, però, ogni tanto un pò di letteratura "classica"!!!! bella recensione, Silvia!
Ho atteso questo tuo intervento annunciato.
Vorrei ricordare che questo romanzo venne anche reso in uno sceneggiato RAI.
La tua bella recensione è uno stimolo (per me) a rispolverare sia la lettura sia le immagini della trasposizione televisiva, in un abbinamento che spesso trovo stimolante.
Cara Silvia, la tua empatia con l'autrice è visibile e concreta (la chiami per nome, proprio come accade quando si instaura un rapporto profondo) :-)
Ciao Anna Maria e Bruno, vi ringrazio per avermi letto e per i vostri commenti!
La mia valutazione della lettura è pienamente positiva, un salto nel passato per ritrovare uno stile accattivante e lontano da certi canoni moderni..
ebbene sì, posso dire che nel mare immenso della letteratura ho incontrato Matilde :-)
Che trasporto e che passione, complimenti !
Prima o poi la leggero' proprio questa Serao .
Nella quarta di copertina si spoilera alla grande, la tua analisi invece è discreta e invogliante.
SARY
06 Dicembre, 2013
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Wow Silvia, rimango sempre incantata. Complimenti.
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