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Storia di una capinera
 
Storia di una capinera 2013-08-18 16:47:20 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    18 Agosto, 2013
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Straziami, ma di belta' saziami

Tre settembre 1854 e' la prima data di un intenso monologo epistolare - scritto con piacevole cadenza fiorentina - dove la giovane Maria, novizia di un convento di clausura, si confida all'amica Marianna aprendole il cuore e rendendola testimone dei suoi turbamenti, del suo calvario.
Opera purtroppo ispirata ad una storia vera, le vocazioni imposte erano un fenomeno diffuso, Maria e' vittima della sfortuna di essere povera e di avere perso la mamma ; il destino non sempre e' scritto nei cieli, talvolta e' scritto in famiglia. Maria a soli sette anni verra' iniziata alla vita di monaca, seppur senza fede, del resto come puo' una bimba capire e scegliere una vita di clausura ?
Il colera miete vittime e per sfuggire al contagio Maria, ormai ventenne, potra' lasciare per qualche mese il convento e scoprire i fiori, i prati, le corse all'aria, la famiglia, l'amore.
L'amore che nel giovane cuore di una vergine votata alla santita' e alla repressione di ogni sintomo di vita terrena la condurra' alla disperazione piu' cupa e straziante, nel sordo rimbombo delle nere grate e dei chiavistelli del chiostro, nell'oscurita' delle sale, nei salmi ripetuti per ore, nelle penitenze corporali e spirituali, negli sguardi pallidi delle monache.

In uno scroscio di empatia che erode le carni e l'anima , straziata da un cilicio di parole, ho letto questo racconto con amore e disperazione, inorridita e commossa dalla convulsa prigionia di un'anima semplice condannata ad un tragico abbandono, in nome di cosa non so, di Dio non di certo.

Ci sono animali che scelgono un riparo sicuro, ci sono animali che possono solo volare.
Cosi' una giovane capinera in gabbia guarda il mondo sfregiato dal ferro delle sbarre, pilucca briciole di pane, piega l'aluccia e poi rigida muore.

Bellissimo, intenso e tormentato, ora in vendita a 99 centesimi nella collana Newton, son certa sara' molto meno quello che darete al libriccino leggendolo che non cio' che lui rendera' a voi lasciandosi leggere. Buona lettura.

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Commenti

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Ciao Cub!
L'immagine del volatile privato della libertà è quanto di più efficace ci possa essere: la ritroviamo perfino nelle espressioni comuni, tipo "tarpar le ali", "le ali della libertà". Povera capinera! :)

In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
19 Agosto, 2013
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Vero Bruno, povera capinera e povera Maria !
Non ho mai letto il libro...Verga mi ha sempre messo tristezza, a scuola non lo sopportavo, ma il film di Zeffirelli è di una bellezza struggente.
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
19 Agosto, 2013
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Guarda Gracy, triste e' triste, molto triste, io ho avuto un incubo quella notte.
Non ho visto il film, ma ti assicuro che anche il libro e' di una bellezza struggente. Provalo, costa poco e si legge in un pomeriggio.
Ogni tanto mi ritorna, ci penso spesso, val la pena tentare :-)
penso di averne letto qualche brano al liceo....ma dovrei proprio rileggerlo!
ottimo commento!
Anche a me Verga non piace molto. Mai letto, ma la tua recensione invoglia!
Io preferisco questo Verga rispetto a quello verista: in entrambi i casi la storia è dolorosa, ma nei Malavoglia, ad esempio, è uno sguardo cos' disincantato sul reale, così diretto e senza filtri, che pare artificiale, costruito, e anzi secondo me si allontana dalla realtà in sé nela sua immediatezza. Storia di una capinera, sebbene leggermente iperbolico, ha la forza della passione e dell'istinto, e questa ne è la bellezza.

Bel commento.
In risposta ad un precedente commento
gracy
19 Agosto, 2013
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@Cub
hai visto che ti ho taggato un pezzo molto doloroso del film?
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
20 Agosto, 2013
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@Dani, non ho letto i Malavoglia ma concordo con te, e' molto realistico e passionale, nella sua assurdita' che poi cosi' assurda non era, visto che queste cose succedevano davvero.

@Gracy NO, ma dove ? Vado a vedere nel tuo profilo ?
Meraviglioso commento, grazie :-)
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