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Il dominio assurdo delle malelingue
“Innocente per essersi difesa con inesperienza da una tentazione, non ostante la prova della sua fedeltà: in compenso, l'infamia; in compenso, la condanna cieca del padre! E tutte le conseguenze di essa aggiudicate poi come colpe a lei: il dissesto, la rovina, la miseria, l'avvenire spezzato della sorella; e poi l'infamia ancora, il pubblico oltraggio d'una folla intera senza pietà, ad una donna, sola, malata, vestita di nero. Aveva voluto vendicarsi nobilmente, risorgere dall'onta ingiusta col proprio ingegno, con lo studio, col lavoro? Ebbene no! Da umile, oltraggiata; da altera, lapidata di calunnie. E questo, in premio della vittoria!”
Ecco il dramma, ecco l'assurdo di una società bigotta e ipocrita che investe la “peccatrice innocente”, l'energica protagonista dell'esordio letterario di Luigi Pirandello (1867-1936): L'esclusa, pubblicato per la prima volta a puntate sulla rivista “Tribuna” nel 1901.
Marta Ayala, è la brillante e bellissima figlia del benestante imprenditore Francesco Ayala, proprietario di un'importante conceria agrigentina, e di sua moglie Agata, una donna placida, dolce, umile, tranquilla, remissiva verso il violento consorte, al quale comunque vuole bene.
A 16 anni, nonostante la sua intelligenza e il suo alto rendimento scolastico, viene fatta uscire dal collegio, luogo di giochi e di passeggiate con le amiche, e in breve tempo sposa un ragazzo, proposto dai genitori di lei, il ricco Rocco Pentagora. Così la giovanissima Marta lascia scuola, amiche, i genitori, la sorella Maria per entrare nella famiglia di Rocco. Questa è composta dal cognato, Niccolino, ragazzo di nobili sentimenti che si affeziona subito a Marta, dalla bisbetica zia acquisita Sedora e sopratutto dal suocero Antonio Pentagora. Costui è un uomo cinico, assai freddo e scorbutico con la nuora, in quanto “tutti gli uomini, per lui, venivano al mondo con la parte assegnata;sciocchezza il credere di poterla cambiare” e per i Pentagora la parte assegnata è il tradimento da parte delle mogli ( infatti ben 2 generazioni hanno subito tale pena) e quindi,secondo lui, presto le corna sarebbero venute anche per Rocco. La noia, in cui Marta ( in breve tempo incinta) vive, poco dopo il matrimonio, viene rotta da delle lettere che vengono gettate quotidianamente all'interno della sua camera. Sono lettere d'amore, scritte dall'onoratissimo avvocato Gregorio Alvignani. Marta ride delle galanterie smielate del suo ammiratore ma è interessata alle questioni intellettuali e sociali che infarciscono le varie epistole. Così inizia un rapporto (meramente intellettuale) con l'Alvignani, discutendo accesamente dell'emancipazione femminile. Tuttavia un giorno Rocco trova una lettera dell'avvocato e, acceso d'ira, caccia via di casa la moglie, pensando che essa lo abbia tradito ( ecco realizzata la profezia di Antonio Pentagora!).
Da questo momento Marta diviene l'esclusa che per il suo tradimento va isolata e evitata da tutte le persone “per bene”, affinché non si corrompano anche loro. Anche nella propria famiglia viene esclusa. Mentre la madre e Maria (anche loro ormai cadute nel fango ed allontanate dalla società per le azioni di Marta) comprendono tutto e la accolgono, il padre, il “galantuomo” Francesco Ayala, non pensa assolutamente a difendere la figlia preferita dalla calunnia di Rocco, ma anzi si rinchiude nella propria camera perché ormai disonorato dalle “sporche azioni” della giovane. Oltre all'esclusione, anche la miseria, la malattia, lutti a non finire colpiscono la casa “maledetta” degli Ayala dove osa entrare solo Anna Veronica, una amica di Agata che ha subito il medesimo esilio di Marta. Ma la giovane donna è combattiva, energica, non vuole subire questo ingiusto martirio, non vuole sottostare all'onta in cui è stata gettata e tenterà in ogni modo di sollevarsi dalla miseria e vergogna che hanno colpito lei, suo madre e sua sorella. Quindi l'esclusa si mette contro tutta la società con le sue calunnie, ma quest'ultima le riserverà un esito paradossale....
Il primo romanzo di Pirandello rappresenta un'eccezionale esordio per il grande scrittore che si inserisce ancora nel filone naturalistico siciliano ( la composizione del romanzo fu molto incentivata da Luigi Capuana) ma con elementi peculiari. A differenza dei grandi romanzieri veristi (vedi Cavalleria Rusticana di Verga, dove l'onore scatta ad adulterio compiuto), qua il disonore travolge a partire solo dal sospetto che colpisce la protagonista ultra-colpevolizzata dalla maldicenza popolare. Tuttavia Marta, nonostante all'apparenza sia combattiva e determinata, è in realtà molto fragile, sempre balenante tra la rabbia per l'ingiustizia subita e il dolore della non-vita in cui è stata incarcerata, tra la volontà di emergere e andar contro ai tabù della società e il desiderio di auto-esclusione per permettere di far vivere serenamente sua madre e sua sorella, le uniche persone che occupano realmente il suo cuore che è sempre stato spinto da altri ad amare degli estranei, Rocco e Alvignani.
In conclusione consiglio molto questo stupendo romanzo pirandelliano per i suoi personaggi assolutamente ben descritti dal punto di vista psicologico, per l'ironia dell'autore che si scaglia verso la contraddittorietà e il bigottismo della collettività, per lo stile velato che lascia a volte al lettore solo degli indizi per animare la sua mente e la sua fantasia e per le ricche descrizioni, che rappresentano il punto di forza del libro. Buona lettura!
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Commenti
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Aveva capito tutto, della nostra società.
Come ben rilevi, "L'esclusa" si concentra su alcuni meccanismi sociali. Ed è un assaggio, rispetto ai temi della comunicazione, della rappresentazione di noi stessi e degli altri, di tutte le altre complessità che vengono "smascherate" da Pirandello.
Attendo la tua prossima scelta. :-)
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