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Piccolo mondo antico - commento con racconto
“Soffiava sul lago una breva fredda, infuriata di voler cacciare le nubi grigie, pesanti sui cucuzzoli scuri delle montagne.
Infatti, quando i Pasotti, scendendo da Albogasio Superiore, arrivarono a Casarico non pioveva ancora”.
“Piccolo mondo antico” non è un romanzo: è un monumento.
Paragonabile ai “Promessi Sposi” (ove però “non tirava un alito di vento. Il lago giaceva …”) per fascino, complessità di struttura e ricchezza di temi.
Vi è la storia d’amore tra Franco e Luisa, due personalità così diverse: uomo di fede, idealista e romantico lui; quasi atea, razionale, fredda e poi fragile e disperata lei.
Vi sono poi lo sfondo storico della seconda guerra d’indipendenza, l’ideologia e il patriottismo, il conflitto generazionale e dinastico con la Marchesa …
Anche i personaggi minori sono eccezionali: zio Piero, il Pasotti, il Gilardoni.
Il tutto è immerso nella nuova poetica modernista di Fogazzaro e nelle bellezze paesaggistiche della Valsolda, un comune composto da più frazioni: Oria, ove oggi si può ammirare la villa di Fogazzaro, Albogasio, San Mamete … Insediamenti strozzati sulla riva del Ceresio, in zona di confine con la Svizzera; villaggi che si sviluppano in verticale sulla roccia dei monti rivieraschi.
Recentemente sono tornato in questi luoghi magici, passando dalla dogana di Lugano.
Ho ripercorso la “svoltina del Mainé” e indugiato al cimitero di Oria: perché, nei paesini di lago, i cimiteri sono collocati spesso in posizioni panoramiche e godono di una vista speciale.
“Passato il cimitero, nel luogo che chiamano Mainè, incontrò Ismaele.
‘Dove la va, sciora Luisa, con sto temp?’
Luisa rispose che andava ad Albogasio e passò oltre. Dopo cento passi le venne in mente che non aveva avvertito la Veronica della sua partenza, che non le aveva detto di chiuder le finestre nella camera da letto e di badare a Maria. (…) Si sentì nel cuore un impulso a tornare indietro ma non c’era tempo. Il rombo del tuono era continuo, radi goccioloni battevano qua e là sul granoturco, colpi di vento stormivano per i gelsi, a intervalli, percorrendo i turbini …”
L’atmosfera prelude alla tragedia della piccola Maria: l’”Ombretta sdegnosa del Missipipì”.
Le suggestioni di questo romanzo-capolavoro sono davvero potenti. Senza pretese (se non quella di seguire i richiami del mio temperamento) io ho accolto queste suggestioni, le ho interpretate e distorte in un racconto, il secondo che trovate gratuitamente a questo link: http://nerocafe.net/wp-content/uploads/2012/05/DOC-raccolta1.pdf
Anche questo è un modo personale di commentare un romanzo che ti è entrato dentro. Non trovate?
Bruno Elpis
Nel mio sito, www.brunoelpis.it, come sempre riporto tutte le mie recensioni di Qlibri. Questa volta sono accompagnate dalle foto della Valsolda
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Commenti
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Lo vivi persino nella quotidianità e ci trasmetti con la tua recensione un pathos così struggente...che il minimo...è la voglia che trasmetti e che mi vien di rileggerlo...
Bravisssimooo!!!
Con stima e simpatia, Pia.
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purtroppo fa parte di quelle letture che venivavo imposte ai primi anni del liceo e mal digerite; credo invece che una lettura affrontata in età più matura possa regalare tanto!