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GLI INDIFFERENTI..
Alberto Moravia, appertenente alla corrente letteraria realista, esplora nelle sue opere i temi della sessualità moderna, dell'alienazione sociale e dell'esistenzialismo. Questo romanzo d'esordio (scritto in giovanissima età) ha dato un'impronta importante nella panoramica delle sue opere.
Il romanzo si potrebbe racchiudere in una domanda, la stessa che si pone il personaggio di MIchele ad un tratto del libro: "Ma allora?". Domanda che Moravia lascia senza risposta. Egli si impegna sul profilo psicologico dei personaggi e questo può deviare il significato del romanzo in quanto, ad una prima analisi, emerge la critica di una data società e la manifestazione di sentimenti pessimisti che, poi, Moravia stesso ha smentito dicendo che il suo intento era quello di fondere la tecnica del romanzo con quella del teatro: infatti il libro comincia con: "Entrò Carla". L'entrata è del tutto teatrale, come del resto tutto il libro, grazie appunto a questa analisi psicologica dei personaggi.
Un elemento importante è, sicuramente, l'indifferenza, una noia che porterà Carla e Michele, l'una a vivere nell'ipocrisia, senza passione, l'altro ad alienarsi. In qualche modo i due fratelli, deboli, proseguiranno nella loro noia indifferente, sebbene in due modi diversi.
Alla base c'è la debolezza, cioè la loro incapacità di essere felici o, quanto meno, di cercare di raggiungere la felicità: Moravia affida questo ruolo alle due giovani figure di Carla e Michele.
Per quanto riguarda Leo, Lisa e Mariagrazia, rispecchiano la colonna portante di tutto il teatrino della società borghese di quegl'anni, ne Gli indifferenti. I due giovani, avendo difronte questi tre esempi, decidono lo stesso di non tentare di cambiare le cose.
Un libro molto profondo a mio avviso, nel quale le chiavi interpretative possono essere svariate e Moravia ne mette molte a disposizione, se pur tra le righe. Si potrebbero scrivere migliaia di parole su questo romanzo e ciò, per me, è indice di un grande scrittore.