Dettagli Recensione
UNA VISITA INDIMENTICABILE
Ho scelto di leggere questo libro solo dopo aver visitato da pochi giorni Auschwitz e Birkenau, rendendomi conto cosa significa veramente la parola “campo di concentramento”. La lettura appena terminata mi ha fatto rivivere ancora una volta quei particolari e quelle sensazioni che solo una visita diretta può lasciare impresso nella mente. Non dimenticherò per tutta la vita questo giorno, che per me è stato come “toccare con mano” la crudeltà degli uomini, e convincermi purtroppo che tutto questo è successo veramente. Si, perché la prima cosa che viene spontanea chiedersi dopo la lettura di questo libro è come sia potuto succedere una cosa del genere. Non stiamo parlando di scantinati nascosti sotto qualche palazzo di periferia, ma di immensi complessi (in particolar modo il campo di Birkenau), dove tutto era alla luce del sole e quindi molto difficile far passare inosservato. Quindi la responsabilità di queste atrocità sono da imputare anche a coloro che sapevano ma non hanno fatto nulla. Come scrive anche da Levi nel suo libro; “i mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere veramente pericolosi; sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e ad obbedire senza discutere”
La cosa che mi ha colpito leggendo questo libro, che non avevo colto invece nella visita guidata, durata ben 4 ore, è la determinazione con cui alcuni prigionieri rimanevano attaccati alla propria vita, diventando loro stessi spietati nel confronti di altre persone nello loro stesse condizioni. La legge del Lager infatti diceva: “mangia il tuo pane, e, se puoi, quello del tuo vicino”. Un concetto forse vecchio come il mondo, che vale anche in natura: il più forte resiste il più debole purtroppo muore. L’unica speranza era infatti quella di RESISTERE!
Vorrei concludere dicendo che sento molto persone dichiarare che preferiscono non leggere o vedere certe atrocità per non soffrire, ma vorrei dire loro che grazie alla conoscenza e a testimonianze come questo libro, abbiamo qualche possibilità di estirpare questi mostri sul nascere.
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Però ritengo che vedere o leggere delle atrocità per far si che l'uomo le eviti non basta...
170.000 anni di storia dell'uomo e commette ancora gli stessi identci errori, purtroppo .
Ancora oggi nel 2012 popolazioni, anche civilizzate, continuano a perpetrare crimini ignobili, e non credo sia dettato dall'ignoranza, ma dalla sua natura ancora non evoluta .
Vorrei porti inoltre una domanda, la stessa che ho posto a Renzo, ritieni che possa capire, leggendo questo libro, cosa ha spinto il popolo ebreo a questa accettazione oseri dire passiva ?
Si anch’io penso che la conoscenza, da sola non riesca a fare in modo che cose di questo genere non accadano più. Ne abbiamo avuto un esempio qualche decina di anni fà nella ex Jugoslavia. Ma è altrettanto vero che per vincere un guerra bisogna iniziare a vincere qualche battaglia.
Per quanto riguarda invece la tua domanda, se nel libro si riesce a capire il motivo di tanta accettazione passiva del popolo ebreo; direi che a questa domanda puoi trovare una adeguata risposta a partire dalla pagina 170. In questa parte del libro Levi a cerca di spiegare le origine del popolo ebraico e risponde seconda il mio parere anche alla tua domanda. Spiega infatti che fin dal tempo degli antichi romani questo popolo è stato deportato e diviso, in quanto contrastava l’avanzata romana sulle coste del Mediterraneo. Con l’avvento del cristianesimo le cose sono poi peggiorate, in quanto accusati di aver contribuito alla crocifissione di Cristo e demonizzate dalla chiesa. Storicamente questo popolo è stato sempre perseguitato e questo continuo pellegrinaggio di nazione in nazione, per sfuggire alle difficoltà ha creato comunità molto chiuse nelle proprie tradizioni culturali-religiose; senza integrarsi adeguatamente con il resto della popolazione. Questo comportamento ha contribuito a far considerare questo popolo come diverso e quindi da tenere a debita distanza.
Abituati quindi ad essere “emarginati” hanno sempre accettato un’esistenza ai margini senza far sentire la propria voce, anche perché numericamente inferiori. Nelle parole di Levi si intuisce che questa condizione di precarietà e marginalità è sempre stata accettata dal popolo ebraico e quando Hitler ha rivolto il proprio odio verso di loro, per loro non era una novità ma un altro scoglio da superare.
Dopo la seconda guerra mondiale invece le coscienze della gente sono cambiate, dando voce anche alle minoranze etniche ed è per questo motivo che finalmente anche il popolo ebraico è riuscito a far sentire la propria voce.
si, è un libro che ti arriva al cuore. La cosa strana è che Levi descrive queste atrocità senza mai andare oltre. Sembra quasi che ci sia una sorta di rispetto per i propri aguzzini. Incredibile.
Leggendo le tue parole mi è venuto in mente un libro dove anche qui in diversi momenti l'autore cerca di dare una risposta alla tua domanda: come è potuto succedere, con spunti efficaci aggiungo.
Il libro e' " le Benevole" questa volta siamo dall'altra parte della barricata e anche qui la follia e' cristallizzata negli atti del personaggio tanto aberrante quanto lucida e tagliente...
Gondes dedica 5 minuti alla lettura della recensione di questo libro ( se cerchi la rece di Stefano della luna troverai la mia prima recensione su i questo sito ).
Ciaoooooo
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