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Un dipinto di Rossetti
L'oro, una scultura, petali rossi quasi sfioriti, gli amori e le passioni travolgenti, l'estrema sensualità, un'angosciante senso di oppressione, l'horror vacui. Questo è il barocco, è il troppo che non storpia, l'eccesso che è male di vivere, è nostalgia dell'Olimpo, è uno sguardo rivolto a qualcosa di più nobile e più grande della nostra vita. Andrea Sperelli è alla continua ricerca di questo qualcosa, una ricerca febbrile che lo conduce nei meandri dell'arte, del sesso, della passione sfrenata per una donna, per un oggetto, a volte semplicemente per un'idea, magari l'dea di una rinascita spirituale che si incarna in un'altra donna, Maria.Tuttavia è Elena il soggetto dei continui turbamenti e dei desideri, anche quelli rivolti a Maria, di Andrea, un eroe passivo ed eccentrico, un amante voluttuoso ed egocentrico, un esteta di fine secolo a contatto con una società nascente, una società in cui non v'è più posto per i 'nobili', per i finissimi ricercatori del gusto estetico, ma soltanto per i sordidi locali in cui i rigattieri acquistano l'aristocratica mobilia a poco prezzo.
Indicazioni utili
Va apprezzato per ciò che è, il romanzo-documento di un'epoca classista e fortemente "decadente" (sotto tanti punti di vista) ma non credo che ammirare quest'opera sia un insulto ad autori considerabili più "attuali" della nostra letteratura.
A mio modesto parere d'Annunzio ha una forte capacità di evocazione, sembra di vivere e di percorrere le strade e gli scenari che ci vengono descritti...