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Dante in prosa
“Il fatto più straordinario della mia vita accadde nell’aprile dell’anno 1300, la settimana di Pasqua. Fra poco più di due mesi, avrei compiuto trentacinque anni. Avrei dovuto essere, quindi, nel pieno del mio vigore, fisico e intellettuale. E invece, stavo male, anzi, malissimo: mi sentivo sprofondare sempre più nel peccato, come se mi aggirassi smarrito in una foresta senza luce, incapace di ritrovare la via per uscirne. È difficile e penoso per me, ora, riuscire a descrivere quella selva, tanto tetra e intricata che ancora oggi, quando ci ripenso, mi sento afferrare da angoscia e paura.”(...)
Perché non consentire a tutti di leggere facilmente un classico della letteratura italiana? Questo era il pressante interrogativo di Luciano Corona prima di iniziare la sua opera. Con la pluriennale esperienza di insegnante di lettere, ha capito quanto sia difficile, per molti, l’approccio ai canti della Divina Commedia. Sono soprattutto lingua e sintassi a rendere i classici illeggibili. Un giorno, un amico pittore che vuole illustrare la Divina Commedia, gli chiede se non sarebbe possibile averne una versione "accessibile ai comuni mortali".
Un altro giorno, un'amica spagnola che conosce perfettamente l'italiano e che si è laureata in filosofia in Italia, gli confessa di aver provato a leggere il testo dantesco, ma di essersi ben presto arresa di fronte a una lingua per lei incomprensibile. Nasce perciò l'idea di "riscrivere" le grandi opere della letteratura italiana: non parafrasi né riassunto né stravolgimento, ma "riscrittura interpretativa", perché tutti possano leggerle come si fa con un libro contemporaneo.
Una prosa piana e veloce e un linguaggio accessibile a tutti. Ecco finalmente il piacere di gustarsi i 34 canti dell’Inferno integralmente, senza inciampare ad ogni verso o perdersi nelle note a piè di pagina, e la possibilità per tutti di riscoprire le emozionanti suggestioni del capolavoro dantesco.