Dettagli Recensione
Lettura emozionante
Grazia Deledda ha sicuramente meritato il premio Nobel e questo romanzo (che fu menzionato dalla commissione giudicatrice nella cerimonia di conferimento) ne è una forte dimostrazione. La vera protagonista è la Sardegna che non rappresenta solo lo sfondo della vicenda, ma ne impregna lo svolgimento ed i personaggi con le sue tradizioni, le sue credenze, i suoi costumi, la sua mentalità, la sua umanità. I personaggi sono assolutamente veri, tutti convincenti, anche quelli che fungono da comparse fugaci. Anania, il personaggio centrale, è rappresentato nel suo crescere da sprovveduto fanciullo a giovane adulto più consapevole (ma non troppo) in modo profondo ed articolato. La storia è avvincente, anche se narrata in uno stile molto lontano da quello cui ci hanno abituati il cinema d’azione e la letteratura contemporanea: le parti descrittive a volte prevalgono sull’intreccio (anche perché, come spiegano i critici, svolgono la funzione di corrispondere oggettivamente agli stati d’animo dei personaggi) e in certi casi assumono toni elegiaci che rischiano qua e là l’esagerazione. Anche la relazione amorosa fra Anania e Margherita è narrata con accenti enfatici cui non siamo forse più avvezzi, ma che naturalmente vanno collocati nell’epoca di composizione del romanzo e si possono spiegare con la stessa ingenuità dei due adolescenti. E’ stata una lettura emozionante, una riscoperta da non sottovalutare.