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Narrazione di una "noia" attualissima
Pochi autori possono fregiarsi dell'appellativo di "narratore" come Moravia. La sua capacità di raccontare è cristallina, limpida, avvolgente. Si possono preferire altri scrittori, che magari orientano la loro ricerca stilistica su più o meno riuscite sperimentazioni, ma, per i lettori che pretendono una STORIA che li catturi, Moravia è sicuramente uno degli autori ideali.
La trama non è infatti basata su un intreccio chissà quanto originale, eppure, in virtù delle capacità "affabulatrici" dell'autore, FUNZIONA: Dino, un pittore "annoiato" dai clichés borghesi, e la giovane, sfuggente, Cecilia allacciano una relazione, che alimenta l'ossessione di lui quanto più scopre le bugie e e tradimenti della ragazza, spesso da lei stessa candidamente confessati. La frustrazione di Dino sarà esacerbata dalla refrattarietà inaspettata di Cecilia ad un legame "convenzionale", al quale lui cerca (invano) di piegarla, ricorrendo a quei valori borghesi basati sul possesso materiale anche delle persone, che lui aveva sempre disprezzato nella propria famiglia. Per sconfiggere la noia che lo attanaglia, Dino dovrà sfiorare la tragedia, che gli rivelerà un alternativo contatto con la realtà.
Pubblicato nel 1960, "La noia" è un romanzo che ha ancora molto da dire, basato com'è su problematiche quanto mai attuali in un'epoca di crisi economica e sociale come la nostra, che impone una rivalutazione dei valori su cui si fondano i rapporti interpersonali, al di là del binomio sesso-denaro presentato da Moravia come cardine su cui ruota la società contemporanea.
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