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Gli indifferenti_Moravia
Ho interpretato questo romanzo in senso un po' diverso rispetto a qualche altro lettore che ha commentato prima di me e che temo ne abbia semplificato un po' troppo il messaggio. L'indifferenza di cui parla Moravia non è certamente quella per i mali della società, per i barboni per strada! E i personaggi non sono superficiali...sono piuttosto annichiliti, completamente smarriti, disposti a tutto, anche alla depravazione, pur di trovare una via d'uscita alla noia e allo squallore borghese. Carla e Michele sono le vittime di se stessi, della loro identità, non sono indifferenti alla miseria che vedono per strada (non ricordo neanche una pagina del romanzo in cui emerga questo aspetto), sono indifferenti a se stessi, disprezzano se stessi, e tutto ha una piega molto "esistenziale". Non è mia intenzione "fare una recensione alle altre recensioni" ma ci tengo a sviare chi passa per questa pagina dall'impressione che questo romanzo (che per altro adoro) sia stato scritto per fare una bella tirata d'orecchie a tutti quelli che rimangono insensibili di fronte al bisognoso che chiede una monetina; la grandezza di questo romanzo secondo me sta nell'analisi impeccabile della psicologia di questi due giovani, talmente demotivati e senza speranza da cercare volontariamente la propria rovina, talmente apatici da trovare l'ultima disperata soluzione nella violenza brutale contro se stessi, contro la propria vita. Rinunciare a qualsiasi forma di purezza, non credere più che nessun tipo di amore possa salvarti, abbandonarsi alla distruzione...mio dio che libro meraviglioso...
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