Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Meditate che questo è stato
Nulla può sfuggire a chi legge questo libro. Non ti lascia indifferente. Ti lascia una ferita aperta e dolente.
Oltre a quanto scritto, dettagliatamente, c'è quel senso di estraneità. Un uomo che vive quell'orrore ed il cui unico modo per sopravvivere è quello di inserirsi in un'altra dimensione, vivendo con lucidità lo strazio ma nel contempo estraniandosi.
Un narratore che semplicemente racconta. Come se non fosse stato lui l'interprete principale. Un narratore che sussurra, senza guardarti negli occhi, tutto ciò che ha visto ma non ti vuol far carico di ciò che ha provato. Lui stesso incredulo che l'uomo sia riuscito ad arrivare a tanto.
E il non cercare pietà per lui porta immediatamente a volerla dare a tutta l'umanità, perché non ci chiede di giudicare, ma ci porta a vivere quell'orrenda sequenza di immagini forti e sussurrate sulla nostra pelle e nel contempo ci chiediamo anche noi, parola per parola, se questo è un uomo...
La sua salvezza che non lo porterà mai più a tornare come prima (e come potrebbe?), ma che inesorabilmente lo porterà al suicidio perché il carico di questa esistenza era troppo anche per lui, passato dall'inferno che si è portato dentro - devastandolo - per tutta la vita.