Dettagli Recensione
Tutto è il contrario di tutto
Mi sembra addirittura pazzesco aver letto ed apprezzato tanto "La coscienza di Zeno". Ricordo di aver provato un insieme di paura e timore prima di iniziare il libro, sia per motivi ben noti, quali delineano la storia di Zeno come la "palla letteraria" per eccellenza e sia per lo stile, che leggendo recensioni e/o parlandone con altri, è stato definito come uno stile esageratamente prolisso e tedioso.
Niente di tutto questo! E' stata una lettura stupefacente, forse un pò lunga per via degli impegni, ma davvero appassionante, e soprattutto, formativa. Annovero Svevo e Piranello come i grandi del '900, frutto di quella decadenza sociale e psicologica che si respirava in Europa prima, durante e dopo la prima e seconda guerra mondiale.
Mi preme, però, sottolineare una cosa, un fattore ASSOLUTAMENTE da non tralasciare: Italo Svevo è un economista, un imprenditore (perdonatemi il tempo verbale, ma per determinati 'geni' mi piace utilizzare il presente, per sentirli sempre vicini e attuali); questo elemento capovolge completamente la portata de "La coscienza di Zeno". Italo Svevo non ha un'educazione e una formazione umanistica, ma prettamente legata al commercio, al prodotto e all'industria. Il rapporto che ha con la letteratura è particolare: è autodidatta, si appassiona alla lettura e alla scoperta di classici e non. Ma dall'altro lato della bilanca pende il fattore 'odio' nei confronti di tutto ciò che non è calcolabile, quantizzabile, così da trasformare la letteratura in spreco, perdita di tempo. Il dissidio che si crea tra Svevo e la letteratura è forte: un odio nei confronti di quelle pagine da scrivere e da raccontare, ma una necessità nel farlo, quasi una dipendenza. Quest'incontro-scontro che si viene a formare, sarà la base di tutti i contrasti e le divergenze ne "La coscienza di Zeno".
Vorrei dare un suggerimento per chi si accinge a leggere questo libro. Bisogna ricordare una semplice formula, che permetterà di comprendere o non comprendere il testo: TUTTO E' IL CONTRARIO DI TUTTO. Zeno è un insieme di lati positivi e negativi, di si e no, di tutto e niente. Il due lati opposti di ogni cosa sono sempre presenti nel sig. Cosini. Sempre! Ecco perchè potrebbe diventare (non per tutti, ovviamente) un pò complesso riuscir a seguire il discorso sveviano.
Ma passiamo oltre!...
Tutti conosciamo, almeno spero, Zeno Cosini, detto l'inetto. Ma chi è l'inetto?
L'inetto è colui che non riesce ad agganciarsi alla realtà, colui che si pone domande alle quali non sa dare risposte, colui che è incapacitato di vivere, colui che è combattuto tra tanti mostri, cittadini perenni della sua mente, ai quali risponde con illusioni e menzogne per facilitare la sua esistenza e per incolpare gli altri dei suoi insuccessi. Dire 'insuccesso' però non mi sembra esattamente corretto, perchè ne "La coscienza di Zeno" si vede un uomo che non è lui a prendere determinate scelte, ma sono le scelte che prendono lui (es. il matrimonio con Augusta, che si rivela la moglie perfetta per lui, che funge da madre e da amante; oppure il procedere del rapporto con Carla; la vittoria in Borsa dovuta allle sue dimenticanze e via dicendo...).
Non bisogna confondere però l'inetto con il fallito, perchè l'inetto, se spronato, rende perfettamente, quasi quanto un 'normale', che Zeno criticherà per via della sua monotonia e della sua falsa sanità.
Non mi dilungo oltre, perchè non voglio annoriare nessuno. Volevo dare solo degli spunti necessari per comprendere meglio e (lo spero fortemente) apprezzare questo grande capolavoro, che purtroppo non ha riscontrato quello che avrebbe dovuto avere. Da parte mia, c'è una grande ammirazione e devozione non tanto per Zeno Cosini, ma per Italo Svevo, che ha saputo dimostrare, forse meglio di altri letterati cresciuti come tali, la duttilità dell'essere umano.
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Commenti
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Comunque si!! Dopo aver affrontato la coscienza di Zeno ti senti potente! ahaha Come per dire: ORA POSSO AFFRONTARE TUTTI GLI ALTRI LIBRI, anche la Bibbia! aahaha
Ah! Grazie, comunque! ;)))
Darkala..potente.. forte... si, mi suona bene! :)))
Ok, basta con queste manie di protagonismo! ahahahaha
Ehh, Trieste, Trieste. La città Mitteleuropea. Ha avuto un ENORME pesa in questo libro. Enorme! La città che ha intrattenuto sempre contatti con la cultura italiana, tedesca e slava; hai perfettamente ragione.
Comunque, sappi che hai avuto una leggera, anzi no, notevole importanza durante la lettura, perchè puntualmente ricordavo la tua recensione. Ricordi quella discussione su Svevo che facemmo?? Io non l'ho dimenticata, perciò grazie mille.
Grazie ancora! :*
Ps. hai visto, ce l'ho fatta! ihihihh :)))) Sono contentaaa! :)
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