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capolavoro
La recensione di un lettore comune come me non è certo utile a nessuno, è solo un pensiero che volevo esternare. Pirandello è uno dei pochi italiani ad aver vinto il Nobel per la letteratura ed in questo libro mostra, quasi senza sforzo, tutto il suo talento.
Volendo fare un analogia con il canto è come Giorgia, la famosa cantante: quando si esibisce raggiunge certe tonalità a dir poco sovrumane, ed in viso non mostra alcuno sforzo, quasi che fosse come bere un bicchier d'acqua. Pirandello fa lo stesso: racconta una storia di un uomo comune, invisibile, normale, ma le implicazioni riflessive del lettore sono infinite e le emozioni che ne conseguono sono particolarissime. Il linguaggio è quello dei primi del novecento, per cui un po' di sforzo ci vuole, ma il bello è anche questo. Non stiamo leggendo un romanzo (senza nulla togliere) d'avventura di un Follet o di un Jeffrey Deaver, o di Smith, gente che, per quanto sia talentuosa, sforna romanzi a go-go; stiamo leggendo un premio Nobel.
Bello.