Dettagli Recensione
Piccola sinfonia delle idee.
Pavese è un'avventura.
Incominciare con la "Casa in collina" è preferibile al solito "La luna e i falò" con cui, solitamente, tanti insegnanti "iniziano" lo studente allo stile pavesiano.
Che, a parer mio, è un tipo particolare...di stile.
Non riassumibile né catalogabile facilmente.
Pavese è il dualista per eccellenza, esito inquieto di un animo di Langa mescolato all'urbe.
Ma Torino, la città che solo nel "Compagno" tradirà per Roma, gli propone inquietanti e terribili quesiti. Cesare non sa mai come rispondere a questi interrogativi che, se per gli sciocchi sono e restano semplici, per il suo animus rimarranno inarrivabili fino alla fine.
La collina di quest'opera non è, non ci si illuda, unità di Langa.
E' più simile all'eremo dove per caso un errante si ritrova per un secondo a ragionare.
La Langa è anche ... collina.
In questo senso io trovo questo libro propedeutico ad uno dei capolavori pavesiani: "I dialoghi con Leucò".
Là sì che si parla del mare di colline che ha nome Langa.
Ho un collega cardiologo che viene da un posto chiamato Costigliole, presso Asti.
Spesso abbiamo chiacchierato insieme di Cesare Pavese ed una sua affermazione, in realtà, mi ha colpito.
"Se non sei piemontese", mi ha detto una volta il collega,"con Pavese puoi arrivare fino a un certo punto...poi devi mollare la presa".
Temo che il collega abbia ragione.
Eppure, per quanto abià vedù e girà (questo è istriano), mai ho incontrato e "conosciuto" un poeta come questo.
Un uomo sicuramente schivo.
Come la sua magnifica terra.
Indicazioni utili
Commenti
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Ordina
|
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |