Dettagli Recensione
L'opera di bestializzazione
Anzichè scrivere delle riflessioni, preferirei riportare solo qualche pezzo del libro, giusto per delineare il concetto base, per far comprendere, a chi lo leggerà, di cosa tratta il libro.
Come prima affermazione troviamo scritto:
"Il Lager è una grande macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare, che anche in questo luogo si può sopravvivere, e perciò si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza; e che per vivere è importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, l'impalcatura, la forma della società."
Sono passati giorni, mesi, un anno e questo è quello che scriverà, alla fine del libro, l'autore:
"Noi giacevamo in un mondo di morti e di larve. L'ultima traccia di civiltà era sparita intorno a noi e dentro di noi. L'opera di bestializzazione, intrapresa dai tedeschi trionfanti, era stata portata a concempimento dai tedeschi disfatti. E' uomo chi uccide, è uomo chi fa o subisce ingiustizia; non è uomo chi, perso ogni ritegno, divide il letto con un cadavere. Chi ha atteso che il suo vicino finisse di morire per togliergli un quarto di pane, è, pur senza sua colpa, più lontano dal modello dell'uomo pensante, che il più rozzo pigmeo e il sadico più atroce."
Questo deve bastare per dimostrare come il Lager è stata una macchina ingaggiata per distruggere non soltanto l'uomo, ma ciò che lo rende tale: la civiltà e la dignità.
Le bestie non sono mai state trattate in questo modo. Leggendo "Se questo è un uomo" ti rendi conto che in un mondo come quello, in una situazione come quella, la morte diventava la benedizione divina.
Mi chiedo come facevano a combattere, ad andare avanti, a cercare di sopravvivere.. Io avrei abbandonato tutto..per sempre!
"Distruggere l'uomo è difficile, quasi quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti, tedeschi. Eccoci docili sotto i vostri sguardi: da parte nostra nulla più avete a temere: non atti di rivolta, non parole di sfida, neppure uno sguardo giudice."
Ps. ho messo "Piacevolezza" 3/5 semplicemente per la storia narrata, che in sè per sè è dura e cruenta!