Dettagli Recensione
Un classico che subisce l'usura del tempo
E' un classico che purtroppo subisce l'usura del tempo.
In una Trieste affascinante, Emilio Brentani si innamora di Angiolina, una ragazza molto bella ma anche molto diversa da lui.
Emilio è il classico sognatore,velleitario, ma completamente fuori dal mondo, incapace di dare una svolta alla propria vita.
Grande amico dell'artista Stefano Balli, seduttore spregiudicato, non riesce ad assimilare da lui quel poco di malizia che lo riparerebbe da tante delusioni.
L'idealizzazione di Angiolina è spinta fino all'inverosimile, e il protagonista risulta ridicolo al lettore,che ha capito fin dall'inizio che la ragazza sbarca il lunario accompagnandosi di volta in volta ad uomini diversi.
Che Angiolina non sia uno stinco di santo e che di angelico abbia solo la chioma bionda e gli occhi ceruli lo capisce anche il Balli, che la soprannominerà, col tono becero che lo contraddistingue, "Giolona".
All'epoca il romanzo deve aver suscitato curiosità, ma di questi tempi risulta un po' antiquato.
Brentani è un po' il prototipo dell'uomo mediocre che aspetta sempre di potersi esprimere davvero, nella sua arte e in amore, ma non riesce mai veramente a emergere.
In Angiolina vede quel tocco di colore che manca alla sua esistenza grigia, vissuta con la sorella Amalia, donna affettuosa e devota ma un po' dimessa.
Tuttavia il protagonista non si rende conto che, inseguendo questo ideale di donna che non esiste, si sta cacciando in una mediocrità peggiore di quella nella quale vive.
I classici servono a farsi un'idea di come si scriveva un tempo, e di cosa si scriveva.
"Senilità" mi è piaciuto meno de "La coscienza di Zeno", forse perché troppo deprimente e privo di quel pizzico di ironia che c'era in Zeno, ma vale comunque la pena leggerlo.
In un'epoca esibizionista come la nostra, la reticenza dell'autore sulle attività di Angiolina fa quasi tenerezza.