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Un pugno allo stomaco
Primo Levi ha ventiquattro anni, quando viene catturato a Torino e deportato ad Auschwitz. Sarà tra i pochi a tornare e con questo testo lascia una testimonianza indelebile all'umanità intera sui campi di sterminio nazisti e sul relativo annientamento fisico e psicologico di uomini la cui unica colpa era di essere ebrei.
E' un libro che raccomando di leggere a tutti coloro che non l'avessero ancora fatto ed in particolar modo ai giovani, per conoscere e ricordare gli orrori perpetrati dagli uomini sui loro simili in nome di ideologie criminali.
Riporto di seguito un brano “ Si immagini un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi diritti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede, sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso...”
Una testimonianza forte, un pugno allo stomaco, ma questa è la nostra storia.
Da leggere e rileggere.
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Commenti
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In realtà è un libro troppo difficile da recensire. Al cospetto dell'immensità del testo, si rischia di dire solo banalità.
Grazie Silvia!
sono felice di essere capitato in questo forum...
siete meravigliosi!
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