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rinunciamo all'anestesia!
Dovremmo rinunciare all'anestesia, almeno qualche volta. Capolavoro indiscutibile del '900, in quanto descrive mirabilmente i caratteri della borghesia di quest'epoca. Stupisce come Moravia, appena diciottenne, avesse gia' sviluppato questo tipo di sensibilita'. Descrizione intima avvincente di persone di buona famiglia, incapaci di soffrire, ed incapaci di gioire. Personalmente, io, cresciuto nel riflusso degli anni 80, in un Nord dove, fra i padroni delle fabbrichette ed i loro operai non si capisce chi sia piu' sfigato, non ho mai pensato che la differenza sociale fosse una caratteristica rilevante della nostra societa'. Ringrazio Moravia per avermi fatto capire che l'uomo, imborghesito, perde la capacita' di soffrire e amare veramente. Troviamo piu' comoda l'anestesia del nostro piccolo benessere, del nostro orticello di piccole comodita' faticosamente conquistato. Perdiamo empatia. Non piangiamo piu' se qualcuno muore. Non ci rallegriamo se l'amico ha successo.
In generale per altre cose non la penso come Moravia, ma quando uno e' un Grande bisogna dirlo, seppur ''obtorto collo''.
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