Cuore
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compagni di scuola
A ottobre il primo giorno di scuola risuona delle risate di bambini grandi che rivedono gli amici e dei pianti dei più piccini aggrappati alle sottane delle mamme.
A luglio l’ultimo giorno di scuola rimbomba di allegria, l’estate non solo è nel clima ma nell’umore dei ragazzi che esultano con il pagellino tra le mani.
Nei mesi di mezzo Enrico scrive un diario, intervallato da lettere dei genitori e dal racconto mensile che viene proposto in classe, in cui si narrano le gesta di un giovane eroe.
Siamo alla fine del’Ottocento, dalle pagine di De Amicis emergono tre fattori, egualmente imprescindibili dalla parola Rispetto: patria, genitori, insegnanti.
Tutto è anacronistico rispetto ad oggi, eppure non stanca, le pagine scorrono lasciando il lettore ammutolito. E’un profondo richiamo all’onestà e all’educazione, Cuore e’un libro gentile. GEN TI LE.
La nazione non è solo un terreno da spremere e calpestare, è un’Italia da poco unificata al cui vessillo si china il capo, in segno di rispetto per chi le sacrificò la vita.
Il padre e la madre sono figure dolci o severe su cui si accentra la piú intensa devozione filiale, incontestabili e sacrosanti esempi di vita. Infine, quella dell’insegnante è la figura più celebrata, la scuola è un luogo imprescindibile per la formazione di nuovi uomini e donne, i maestri sono emblema di Conoscenza e Sapere, sono stimati più dell’oro in tempo di guerra.
Cuore è l’abbraccio di un vetusto, nobile e saggio compatriota che giunge da un tempo lontano per ricordarci quanto sia prezioso ciò che oggi diamo per scontato, sprezzanti.
Capitoli brevissimi che si prestano anche ad una lettura a singhiozzo, non ho memoria di un libro che mi abbia inumidito gli occhi ad ogni pagina, come questa vecchia incantevole copia perfettamente ingiallita.
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CUORE, SENTIMENTO E PATRIOTTISMO
Ho letto questo libro oggi, a 42 anni, tentai di leggerlo da bambina ma ne ho un ricordo sfocato, all’epoca non riuscii a portarne a termine la lettura perché mi spaventava ed a tratti mi faceva piangere. Oggi non riesco decisamente più ad abbracciare quel giudizio acerbo, trovo invece questo classico della letteratura italiana profondo, dettagliato, di buoni sentimenti a tal punto da apparire come una lettura educativa eppur ugualmente apprezzabile e di spessore.
La storia è narrata sotto forma di diario di un bimbo Torinese che segue la terza elementare nell’anno 1881-1882 sotto il Regno di Re Umberto I, in un periodo storico in cui il popolo è permeato da un forte patriottismo dovuto alla recente Unità d’Italia, perpetrata nel 1861.
Nonostante il clima politico e sociale di oggi sia ben diverso non si possono non apprezzare i valori umani trasmessi dal libro, quando lontano dalla società moderna il mondo dell’epoca, denso di avvenimenti importanti, viene visto e sentito con un’attenzione ed una profondità di sentimenti oggi impensabili.
L’attenzione del bimbo a ciò che lo circonda e la sua spiccata sensibilità oggi colpiscono per il forte contrasto con il mondo odierno, per tanti aspetti più superficiale, veloce e troppo pieno di informazioni che non ci permettono di soffermarci sulle piccole cose. Per quanto siamo ora in un’epoca molto differente, non si può che apprezzare queste pagine a dispetto del fatto che possano sembrare esageratamente educative al patriottismo ed ai buoni sentimenti.
Proprio i buoni sentimenti e l’attenzione meticolosa per il prossimo, la dedizione ai dettagli, sia per quanto concerne l’aspetto esteriore delle persone che per il loro animo, è argomento trattato ed approfondito in tutta la narrazione principale del libro.
I racconti di scuola che intercalano lo svolgersi dell’anno scolastico di Enrico sono invece per lo più dedicati all’amor di patria e rimangono onestamente indimenticabili nel lungo periodo, volti ad insegnare ai ragazzi dentro e fuori del libro l’amor di patria e la incredibile forza della bontà d’animo, della dedizione, dei legami famigliari, del rispetto e dell’amore per gli altri.
Infine la narrazione estremamente buonista del libro, con addirittura degli intercalari da parte dei genitori di Enrico che calcano la loro funzione educativa sul figlio, lo rende sicuramente un libro adatto ai ragazzi, perché porta alla riflessione e forse può portare un po’ dei valori di un tempo anche ai bimbi e perché no, agli adulti, di oggi.
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patriottismo, insegnamento e buonismo.
Cuore,
patriottismo, insegnamento e buonismo.
Le colonne su cui costruire un Italia che non è mai esistita.
Romanzo per ragazzi, scritto sotto forma di diario,
Enrico Bottini, il protagonista, è un ragazzino di terza elementare,
che insieme ai suoi compagni amici e nemici, insegnanti e genitori, affronta sfide e vicissitudine quotidiane.
Il libro è una caposaldo della cultura Italiana, un mattone importante nel muro dei nostri classici.
Il buonismo ed il "politicamente-corretto", sono i pregi ed i difetti di quello che è da considerarsi comunque come un opera non criticabile.
Questo romanzo è un po' come Roberto Baggio per il calcio, è un libro di tutti gli Italiani, amato da tutti gli Italiani. Il 6 politico è di rigore in pagella, ed ogni "movimento" è un voto in più...
I personaggi sono molto bidimensionali, ci sono i buoni e ci sono i cattivi.
Questo per poter portare avanti lo scopo dell'autore con questo libro, e cioè, istruire gli Italiani ad essere buoni Italiani, con esempi facilmente comprensibili. (...un po' come delle parabole...)
Il padre e l'insegnante sono i punti cardine per la crescita e la "correzione" del bambino.
Il rispetto, la virtù, il patriottismo, la gratitudine, la buona educazione, il buonismo in genere vengono spinti nel libro oltre ad ogni livello.
Franti è il cattivo, l'esempio costantemente negativo, bambino di una famiglia del sottoproletariato, alla fine espulso dalla scuola.
Anni dopo aver letto il libro vi ricorderete però solo di lui.
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Italia di ieri e di oggi.
Pubblicato per la prima volta dalla casa editrice Milanese Treves nel 1886, Cuore è un romanzo per ragazzi ambientato nella Torino dell’Unità d’Italia nel periodo tra il 1878 (anno dell’incoronazione del Re Umberto I) ed il 1886 (anno della sua uscita) e più precisamente gli eventi raccontati si snodano tra il 17 ottobre 1881 al 10 luglio 1882.
Strutturato sotto la forma del diario il romanzo è composto da una serie di racconti che ripercorrono la terza elementare di Enrico Bottini e dei suoi compagni di scuola nel lasso di tempo che va da ottobre a luglio; narrazione intervallata inoltre da “racconti mensili” del maestro su avvincenti storie sempre interpretate dagli alunni.
L’elaborato ha il chiaro scopo di trasmettere ed insegnare ai cittadini del Regno le virtù civili, ovvero l’amore per la patria, il rispetto per le autorità e i genitori, lo spirito di sacrificio, la carità, l’eroismo, la pietà, l’obbedienza, la sopportazione delle disgrazie, l’essenzialità dell’istruzione quale mezzo di unificazione e crescita.
Non solo, evidente è anche lo scopo di favorire l’integrazione tra le varie parti d’Italia sia da un punto di vista politico che culturale. A tal proposito emblematico è l’arrivo di un bambino dalla Calabria e il suo inserimento in un contesto completamente diverso da quella in cui è nato.
L’ambiente scolastico è il luogo dove vengono messi in evidenza pregi e difetti di ciascun alunno e dunque di ognuno degli abitanti dell’Italia unita. L’autore cerca così di evidenziare gli esempi positivi e negativi di una società ancora in costruzione, che per poter funzionare, deve far leva sui suoi punti di forza ma anche ripulirsi da tutte quelle componenti che significano diversità, separazione, discriminazione.
L’educazione è un altro punto di forza dello scritto. Questa è dettata non solo dal maestro dedito all’insegnamento delle materie scolastiche ed avvalorato da storie di vita di ragazzi che nella loro semplicità hanno compiuto gesti nobili verso la patria e la famiglia, ma anche dal padre che nell’ambiente familiare ha il compito di correggere il figlio, di riportarlo sulla retta via ove i suoi comportamenti non corrispondano a quelli dettati dal buon costume.
Per un lettore moderno non è facile immedesimarsi in un’opera del genere, questa può infatti risultare surreale, talvolta troppo rigida, eccessiva e persino irrealistica, peculiarità a cui si aggiunge una forma stilistica non delle migliori, ma sicuramente le tematiche trattate sono ancora valide e paradossalmente più attuali che mai in particolare in merito a quel senso di unità, patriottismo, spirito di sacrificio che sembrano sempre più persi.
Dunque non un capolavoro stilistico ma un libricino contenutivamente valido.
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Italia
Uno dei libri della mia infanzia, chiaramente ad una attenta lettura con un'esperienza maggiore assume significati più ampi e una precisa connotazione storica.
Il protagonista è un bambino di nove anni che frequenta le scuole elementari fin da questo aspetto si nota l'importanza che l'autore riserva all'educazione come l'elemento che possa formare i veri cittadini italiani. Infatti, De Amicis descrive anche la realtà delle scuole serali mediante le quali i genitori dei bambini, spesso operai analfabeti possono ricevere anch'essi un'istruzione
Trattandosi della Italia post unificazione l'autore insiste molto su tematiche come l'integrazione tra Nord e Sud: emblematico è l'arrivo a Torino di un bambino di origine calabrese. Altra tematica chiave è sicuramente il senso di appartenenza all'Italia, il patriottismo e l'esaltazione della figura del sovrano e di eroi nazionali.
Attraverso gli occhi del bambino ci viene presentato l'ambiente scolastico all'interno del quale si trovano i suoi compagni che hanno delle caratteristiche fisse anche se certi subiscono una certa evoluzione pur mantenendo comunque i loro caratteri peculiari. Credo che questo aspetto possa essere giustificato dal fatto che l'autore voglia far capire quali sono gli esempi positivi e quali quelli negativi.
Molto importante è la figura paterna che si propone come modello educativo e soventemente corregge ed educa il figlio mediante annotazioni sul diario personale del bambino. L'educazione del padre si riflette in quello del maestro che oltre ad insegnare le comuni materie di studio, ogni mese racconta ai bambini storie di ragazzi come loro che hanno compiuto gesti nobili verso la patria o la famiglia.
Ovviamente il lettore moderno può giudicare eccessive e irrealistiche tali storie ma credo che i valori essenziali che propongono possano essere tuttora valide, anche senza giungere a gesti estremi il libro può mantenere alcuni aspetti educativi che stimolano fortemente quel patriottismo che oggi manca.
In conclusione non si tratta di certo di un capolavoro stilistico ma di un libro il cui valore risiede nei contenuti e nel forte amore verso la patria, la famiglia, i compagni di scuola.
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Mi ricorda un po' il fascismo
Cuore di Edmondo De Amicis è un libro particolare, che vuole simulare il diario personale di un ragazzino vivente nell’Italia del dopo unità nazionale.
Il protagonista del libro è quindi un bambino, di nome Enrico, che decide di tenere un resoconto degli eventi che più gli sono rimasti impressi nell’arco di un anno scolastico. All’interno di questo resoconto intervengono spesso il padre (dispensatore di consigli e valori), la sorella, e infine gli importantissimi racconti, che i maestri danno da ricopiare al ragazzo; tramite questi racconti, e tramite la crescita stessa di Enrico, è lo stesso autore del libro – De Amicis – a voler indirizzare il lettore sulla strada di ciò che secondo lui sono i giusti valori che ogni bravo ragazzo dovrebbe adottare; per realizzare questo intento, De Amicis ci proietta in un mondo idealizzato, popolato da personaggi stereotipati, visto attraverso gli occhi di un bambino.
Personalmente ho trovato però questi valori, e in generale tutta l’impostazione del libro, un po’ troppo nazionalista, e soprattutto poco realistica. Ovviamente da questo si evince che l’autore non vuole donarci un’immagine dell’Italia dell’epoca, quanto piuttosto suscitare nel lettore determinate emozioni quale l’amor di patria, la generosità, l’altruismo, forza di volontà, sacrificio, coraggio. Valori quindi basati per la maggior parte su quelli della Cristianità, certamente molto nobili e belli, ma altrettanto esagerati: il ragazzino che si fa uccidere per la patria, l’orfano che rifiuta l’elemosina perché è stato criticato il suo paese, il re divinizzato, mi paiono veramente eccessivi.
Tutto ciò inoltre mi ricorda, assai tristemente, Mussolini e il fascismo.
Dal punto di vista dello stile, Cuore adotta un lessico semplice e popolare, un registro che quindi ritrae sufficientemente bene quella che doveva essere la scrittura di un bambino, ben adattandosi, pertanto, al simil-diario di uno scolaro.
In definitiva Cuore è un libro che vi consiglio di leggere in quanto grande classico, nonostante io l’abbia trovato pesante in determinati punti e non mi abbia soddisfatto del tutto.
Voto: 3/5
http://apaci.altervista.org/edmondo-de-amicis-cuore/
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IL GALATEO DEI BUONI SENTIMENTI.
"Il libro Cuore"è un inno alla gentilezza , alla buona educazione , al rispetto ,all'amicizia, alla gratitudine , agli esempi di virtù , al coraggio e a tanti buoni sentimenti... La storia cambia ma l'animo umano rimane invariato. Certo le situazioni proposte per certi versi possono apparire per quasi tutti noi assurde: bambini eroi che si ritrovano a vivere esperienze paradossali. Una riverenza totale nei confronti in particolare della figura materna, ma anche del padre e dei maestri , fa da sfondo integratore alla narrazione , in un modo fortissimo e convinto , con un'imposizione di gratitudine e di rispetto continue e persuasive , molto lontane dagli usi della società odierna.
La narrazione dura un anno scolastico e si suddivide nei vari mesi scolastici da ottobre a luglio. Compaiono racconti sui personaggi scolastici , familiari o di particolare rilievo sociale. Ogni mese vi è il racconto di un'impresa eroica...uno per tutti , il più famoso "Dagli Appennini alle Ande". E qua e là compaiono le riflessioni della mamma e in particolare del papà di Enrico, il bambino protagonista che frequenta la classe terza, corrispondente alla nostra quarta elementare...
Io ho particolarmente apprezzato gli scritti e i consigli dati dal papà al figlio : un vero e proprio galateo dei buoni sentimenti...riflessioni sempre giuste...buon senso e uno spiccato senso di educazione e gentilezza che tanto giovano ai rapporti e alle relazioni umane.
La struttura scolastica è ovviamente diversa da quella nostra: maestre nei primi due anni e poi a seguire i maestri, l'esame finale per ogni anno scolastico . Personalmente ho amato leggere l'enorme rispetto riversato nei confronti dell'insegnante... e mi son sentita davvero lusingata e appagata, ripensando a quanta dedizione, tempo e passione ho da sempre dedicato al mio lavoro...ai miei alunni.
UNICHE MIE PERPLESSITA': io ho letto la versione proposta dalla quredazione per adulti ,e mi chiedo come mai siano presenti una decina di errori grammaticali, considerato che il libro è stato stampato a più riprese visto il successo ottenuto; inoltre si parla di un bambino che frequenta la terza elementare, ma verso la fine del racconto si dice che Enrico ha dodici anni.
Questo libro è rimasto nel cuore alle mie quamiche Luana, Federica Favaro e Francesca , che lo hanno letto nella loro infanzia e mi complimento con loro...io ne avevo letto solo i racconti mensili.
L'ho letto nell'arco di circa due settimane o più e lentamente, assaporando ogni racconto intensamente perchè mi pareva che ogni pagina rappresentasse una lezione di vita, riproponibile sempre!
Lettura consigliatissima e accorata,
Pia
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Bei sentimenti e nobili intenzioni
Il cuore è l'organo del corpo umano a cui vengono ricondotti i buoni sentimenti e per questo immortale capolavoro De Amicis non poteva trovare un titolo più azzeccato. Amicizia, rispetto, amore, riconoscenza, coraggio, patriottismo, generosità sono alla base di un libro che tutti dovrebbero leggere, indifferentemente dall'età anagrafica. Anno scolastico 1881-1882. Enrico, giovane studente di terza, tiene un diario su cui riversa le sue esperienze ed i suoi pensieri riguardo la scuola: il rapporto fondato sul rispetto e l'ammirazione nei confronti del suo insegnante, vero e proprio maestro di vita, e quello basato sull'amicizia e la fratellanza con i suoi compagni, piccoli eroi di ogni giorno e alleati esemplari. Facciamo così la conoscenza del signor Perboni, professore gentile e buono, di Derossi, eternamente primo della classe sempre pronto ad aiutare gli altri, di Garrone, gigante dal cuore d’oro e difensore dei deboli, di Coretti, che lavora sodo nella bottega del padre ma trova sempre il tempo e la voglia di studiare, di Garoffi, astuto affarista sempre impegnato in una vendita o in una lotteria. E poi il simpatico “muratorino”, il dolce Precossi, il determinato Stardi e tanti altri, ognuno con una caratteristica peculiare, ognuno proveniente da una diversa estrazione sociale e con una situazione economica e familiare diversa, a sottolineare l’eterogeneità di un paese appena unificato. Ma nel diario c'è posto pure per ciò che avviene fuori dalle aule, per i teneri rimbrotti e gli importanti insegnamenti del padre, i dolci stimoli della madre, la descrizione del modo di vivere dell'epoca e per dei racconti, uno per ogni mese, che hanno come protagonisti giovani valorosi che guidati dal coraggio, dall'amore, dalla forza di volontà, dal patriottismo compiono gesta eroiche e fungono da encomiabili esempi per i lettori. Edmondo De Amicis si cimenta nel difficile duplice compito di cercare di educare sia i ragazzini che i loro genitori, invogliando i primi all’amore per lo studio, al rispetto per le persone più grandi ma anche per i compagni, indipendentemente dal ceto sociale, dalla ricchezza, dal lavoro svolto, ed i secondi ad inculcare nelle nuove generazioni ideali di giustizia sociale, generosità, spirito di sacrificio attraverso la comprensione, il perdono, il sostegno e la fiducia. Un ruolo fondamentale poi l’autore lo assegna all’amor di Patria, in un periodo in cui era indispensabile il consolidamento dei rapporti tra gli abitanti di un paese che fino a pochi anni prima era frammentato in stati, staterelli e ducati. Il risultato è un libro magnifico e coinvolgente che da più di un secolo risiede in pianta stabile nelle librerie di quasi tutte le case italiane e che continua ad avere fascino e carisma pur avendo uno stile un po’ antiquato e nonostante il fatto che i tempi siano cambiati e nel mondo attuale sembra non ci sia più posto per i bei sentimenti e le nobili intenzioni che De Amicis professava.
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Cuore
Devo dire che questo titolo mi è particolarmente caro. Era infatti l'unico che avesse mia Madre, che é riuscita comunque a trasmettermi la passione per i libri.
Dal diario di Enrico, fuoriescono personaggi eterogenei e ben delineati, a raccontare e insegnare valori quali l'onestà, l'amicizia, l'altruismo. Dall'alternarsi delle lettere dei genitori al ragazzo, dei racconti mensili in classe e della cronaca scolastica, sgorgano come un torrente in piena, gli ideali romantici, patriottici, in un' Italia risorgimentale appena nata. Episodi lontani anni luce dai giorni nostri, che fanno sorridere. Tuttavia, la morale che traspare, può dirsi obsoleta? Leggerlo in età scolare oggi, in piena epoca gormita, sarebbe veramente cosa ridicola? Mah... Magari non avremo “piccole vedette lombarde", e non sono quanti andrebbero “dagli Apennini alle Ande", ma un po' di sani valori non credo facciano male...
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Un cuore diverso da quello degli altri
Ricordo i momenti passati a leggere questo libro, ero tremendamente annoiata! Ora che però lo rileggo, non più con gli occhi di una bambina,bensì con quelli di una donna, provo un forte senso di commozione. Cuore è il classico libro che tratta la storia di un ragazzino, Enrico, delle sue giornate scolastiche, del forte spunto patriottico che alimenta la sua vita, senza dimenticare il suo maestro , la sua magnifica classe che comprende il ragazzo più studioso fino ad arrivare a quello più scapestrato.
Ebbene sì, Cuore pur essendo caratterizzato da una trama classica, si distingue dalle altre opere perchè richiama un'epoca fervida di ideali patriottici, richiama con Enrico un modello a cui tutti i ragazzini dovrebbero ispirarsi, sentendo ed esaltando l'amore alla bandiera e all'Italia.
Lo stesso titolo, "Cuore", richiama qualcosa che ci appartiene e che ognuno dovrebbe avere dentro se, che dovrebbe amare più di se stesso : LA PATRIA.
Cuore una delle opere più importanti che fanno dell'Italia e degli italiani un grande popolo che va oltre la crisi e le difficoltà quotidiane.
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un classico
Questo libro l'ho letto da bambina costretta dalla mia insegnante e ovviamente non lo avevo apprezzato mi ricordavo a stento di cosa parlasse quindi ho deciso di comprarlo e leggerlo con gli occhi di una donna ci sara' un motivo per cui e' cosi' celebre giusto? Enrico il piccolo protagonista scrive un diario di vita racconta tutto quello che succede in classe a lui e ai suoi compagni c'e' l'amico secchione quello timido e quello spaccone e non dimentichiamo il maestro Perrone. Una storia di 100 anni fa ma assolutamente attuale da ricordare personaggi nella memoria di tutti come la maestrina dalla penna rossa e la piccola vedetta lombarda .
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Un libro meraviglioso
Il libro è ambientato pochi anni dopo l’Unità d’Italia ed è dedicato al periodo della scuola elementare, infatti viene narrato direttamente da un alunno di terza, il quale tutti i giorni racconta nel suo quaderno cosa accade intorno a lui.
Ogni allievo è stato descritto minuziosamente e l’autore è riuscito a far notare in maniera molto forte le differenze che intercorrono tra i vari bambini mettendo in evidenza i ceti sociali e le loro abitudini.
La storia è caratterizzata anche da alcuni racconti storici che il maestro presentava di sovente in classe agli alunni che non sempre erano diligenti come sperava.
Lo scrittore mostra nel suo libro un’Italia priva di radici comuni che cerca, con molta difficoltà, di superare le differenze di ceto e cultura e che non è ancora del tutto “Unita”.
È uno di quei libri che ho letto e riletto mille volte e che non mi stancherò mai di farlo.
Storia di tempi passati e di valori che oggi in certe famiglie mancano.
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Un pilastro dell’educazione ai valori
“Cuore” è un romanzo per ragazzi e anche un libro per adulti. E’ una storia ambientata nel periodo successivo all’Unità d’Italia e il protagonista è Enrico, un bambino di 10 anni, che in un diario scrive giornalmente quello che gli accade intorno. E’ una storia di vita, dal punto di vista di un bambino, che osserva i suoi compagni di scuola: emergono le differenze che intercorrono tra i vari bambini, soprattutto in relazione alla diversa provenienza sociale. Nei racconti di Enrico c’è l’immancabile secchione, il ragazzo astuto, intelligente, c’è quello burbero che si mette immancabilmente nei guai, e il bambino che ha un animo gentile e tende sempre a difendere gli altri, facendosi da scudo per prendersi cura dei più deboli. E’ un libro educativo, da far leggere ai ragazzi, da leggere insieme a loro, da rileggere da adulti, per rendersi sempre conto dell’importante funzione educativa che gli adulti hanno nei confronti dei bambini e dei giovani. E’ un libro che insegna e che insegna ad insegnare i valori più importanti per affrontare la vita, le difficoltà e le delusioni di tutti i giorni. “Tutte le volte che incontri un vecchio cadente, un povero, una donna con un bimbo in braccio, uno storpio con le stampelle, un uomo curvo sotto un carico, una famiglia vestita a lutto, cedi loro il passo con rispetto: noi dobbiamo rispettare la vecchiaia, la miseria, l’ amor materno, l’infermità, la fatica, la morte.” Cuore è una delle parole più belle che abbiamo nella nostra lingua ed è un titolo splendido per un libro immortale.
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Ma che cuore!!..
Ho cercato questo libro, e non l'ho trovato (e mi sono veramente stupita di questa "mancanza"...).
Finalmente sono riuscita a farlo aprire e sono contenta.
Perché mi è piaciuto tantissimo.
Ricordo di aver spulciato, a 18 anni, la libreria di casa (poco fornita) e un po' a malincuore - nulla trovando di più allettante - ho deciso di leggerlo.
E dalla prima pagina ho cominciato ad appassionarmi, a piangere come un vitello e ad immaginare questo mondo tanto lontano fatto di omnibus e case piccole e oscure, ma con tutti quei "valori" che sono sicuramente forti.
Sicura che non sia la massima forma di letteratura, ma altrettanto sicura che l'intento di chi ha scritto (post unificazione dell'Italia...!) utilizzando ragazzini provenienti da tutte le regioni d'Italia, in una Scuola dove l'intento era di insegnare i valori primari, lo spirito di sacrificio e il coraggio, sia stato ampiamente raggiunto.
E con la ferma e dolce voce di un padre/guida.
Bello!
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