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La palla al balzo
Cinque americani, prigionieri durante la guerra di secessione, colgono il pallone al volo e tentano una fuga aerea. Ma la fortuna che ha dotato di mongolfiera uno sparuto gruppo di personaggi composto da un ingegnere ed il suo schiavo affrancato, un giornalista, un marinaio, un ragazzo ed un cane sembra cessare al primo colpo di vento, nella tremenda tempesta che li costringe naufraghi su un’isola deserta.
Battezzata Lincoln, la nuova terra si rivela essere un approdo ricco di bellezze naturali e di mezzi di sussistenza. Il piccolo gruppo coeso non difetta di curiosità, ingegno, conoscenze, forza fisica e un provvidenziale aiuto dall’alto.
Se i consigli di lettura lo propongono a partire da dieci anni, io puntualizzo che non esiste limite di età per questo corposo e affascinante romanzo di avventura.
Salvo l’edizione inserita che sconsiglio a causa di numerosi refusi, il libro scorre velocemente con una trama ben costruita. Se ottima è la caratterizzazione dei personaggi, superlativa è la resa panoramica. I luoghi di quest’isola sono proposti con tratti tanto ridondanti di bellezza da renderla un vero porto di approdo per il lettore stesso. Facile è dissociarsi dalla realtà e continuare l’avventura in movimentate notti oniriche, lontano dalle pagine.
Risalente al 1875 ma per nulla vetusto, un libro che è un viaggio obbligato in un Paradiso sconosciuto alle rotte umane. Ogni alba è un nuovo capitolo di esplorazione, fatica e sorpresa alla ricerca di cibo, di minerali, di tutto ciò che l’invettiva richiede lottando per sopravvivere all’isola, sopravvivendo per amore dell’isola.
Finchè morte non li separi.
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