Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Il Re della confusione
Raramente mi sono imbattuto in un testo come questo, che provoca in me sentimenti e reazioni contrastanti. Comincio col dire che il libro è di difficile definizione: in alcune librerie è esposto nel settore ragazzi, in altre nei fantasy, in ulteriori nei fumetti (?) o nella fantascienza. Personalmente penso che Figueras si sia cimentato in un'impresa francamente difficile, cercando di riunire in un unico narrato la storia di più personaggi, su più piani temporali ed in più generi. Il filo conduttore, Milo, ragazzo argentino vittima di un regime dittatoriale, viene affiancato da personaggi più o meno riusciti e oggettivamente accettabili solo in un contesto che prevede l'uso del fantastico e dello spazio metafisico. La lettura scorre soltanto se si accetta questo punto di vista, che si apre con il protagonista che durante le esequie dell'Autore (assassinato dal regime), è in loco nel ruolo di becchino. Tra le nebbie appaiono quattro figure, parto fumettistico del defunto, completamente autonome e differenti tra loro: Tariq il Moro giunto dall'epoca di Artù e Merlino, il pirata Saigon Blake emerso dalla Cina delle guerre dell'oppio, Metnal, vampiro di origine sudamericana che è in realtà un “non vivente” e antagonista del diavolo, ed infine Flint Moran, da un epoca futura e dotato di astronave organica (senziente e dotata di emozioni). Qui abbiamo un primo punto di partenza con le vicende di Milo (che abita nel Delta acquitrinoso) e dei suoi amici il Bava, il Bonzo ecc.. e del Vecchio (che da una vita presidia una specie di triangolo misterioso ove avvengono fenomeni spazio-temporali), che si svolgono nel “presente” (se di esso si può parlare...) di un'Argentina come detto dittatoriale con Polizia e OFAC che uccidono e perseguitano le latitanti tre figlie dell'Autore (una quarta è già stata “eliminata” ma apparirà comunque...) e la Vedova. In questo filone Milo ha a che fare con un padre ubriacone, miserabili vari, la detta polizia, sino all'arrivo del Pilota, altra figura emersa dal passato con intenzioni omicide. Contemporaneamente si sviluppano altre sotto trame: Tariq rientra nel medioevo post romanico dell'età arturiana diversa ed abbruttita; Blake nella Cina dove la sua nemica ora è sua amante, nel bel mezzo di un attacco europeo al palazzo imperiale tra francesi, inglesi e mongoli: con l'ausilio di Moran interverrà nel conflitto. Metnal procede nel trasformare la defunta figlia dell'autore Helena in una creatura a lui analoga, per poi sfidare il diavolo (?) in una lotta che non ci viene narrata... Insomma una trama che con il procedere delle pagine (troppe) giunge ad un finale onestamente deludente e che non giustifica un eccesso dimensionale del romanzo, che nulla ha a che vedere con Salgari né tanto meno con Verne o Stevenson.... Per concludere una serie di buone idee sviluppate con difficoltà e con confusione.
Indicazioni utili
- sì
- no