Dettagli Recensione
Un "Fossile" di Jurassic Park
Michael Crichton è stato uno degli autori che mi ha iniziato alla lettura, accanto a un mostro sacro come Conan Doyle, per dire. Ho letteralmente amato "Jurassic Park", "Il mondo perduto" e "Sfera". Quel che sta accadendo negli ultimi anni, ovvero la pubblicazione di numerosissime opere postume, tra cui quelle scritte con lo pseudonimo di John Lange, mi fa pensare che si stia provando a sfruttare il nome di questo autore per fare soldi, su soldi, su soldi. Questo mio sospetto era stato in parte confermato dalla qualità modesta di alcune di queste opere, almeno per quelli che sono gli standard di Crichton.
Perciò, quando ho cominciato la lettura de "I cercatori di ossa" ero un po' prevenuto proprio per questo motivo, e anche perché in questo caso specifico hanno provato a usare il nome ultra-attraente di Jurassic Park per attirare quanti più lettori fosse possibile. Per quanto ci viene dato a credere, infatti, questo romanzo sarebbe una sorta di precursore dell'opera più famosa dell'autore; personalmente però, ho un'idea un po' diversa riguardo al concetto di "precursore". L'unico punto in comune col capolavoro di Crichton sono i dinosauri, che in questo romanzo non compaiono in altra forma se non quella di fossili (ovviamente), e i cui studi sono ancora agli albori.
Nonostante questi tentativi un po' subdoli di accaparrarsi lettori, questa lettura mi è risultata comunque abbastanza piacevole, una storia western con un tocco paleontologico, forse forzata e ingenua in alcune evoluzioni narrative ma comunque apprezzabile.
In fin dei conti, ci doveva pur essere un motivo per cui queste storie non erano state ancora pubblicate, quando Crichton era vivo.
"I cercatori di ossa" ha come protagonista William Johnson, uno studente che, novello Phileas Fogg, parte verso l'ovest a causa di una scommessa. Un altro ragazzo lo sfida a partire per il "Selvaggio West" insieme al professor Marsh, paleontologo tanto famoso quanto paranoico. Johnson si imbarcherà in questo viaggio all'ultimo momento nelle vesti di fotografo, ma il professore non lo vedrà mai di buon occhio, scaricandolo alla prima occasione e accusandolo di essere una spia del suo acerrimo rivale, il professor Edward Cope. Descritto da Marsh come un uomo spietato e senza scrupoli, un ladro e un violento, Cope si rivelerà un uomo completamente diverso e accogliera Johnson tra le sue file, anch'egli alla ricerca disperata di fossili delle "terribili lucertole", nell'Ovest tormentato dalla guerra tra bianchi e Indiani, proprio nel periodo del massacro del settimo cavalleggeri del generale Custer a Little Bighorn.
Proprio a causa degli indiani la spedizione incontrerà tantissime difficoltà, delle quali saremo spettatori grazie agli "occhi" di William "Foggy" Johnson, che pur non avendo un attaccamento morboso per i fossili come Marsh e Cope (perennemente impegnati in una lotta ai limiti del comico), non vorrà mai abbandonarli e farà di tutto pur di portarli a destinazione, sotto gli occhi del mondo.
Questo viaggio lo cambierà totalmente, trasformandolo da giovane scapestrato a uomo fatto e finito.
"Gli indiani credono che questi fossili siano ossa di serpenti, il che vuol dire rettili. Anche noi pensiamo siano rettili. Pensano che queste creature fossero enormi. E anche noi. Sono convinti che questi rettili enormi siano vissuti in un passato molto remoto. E anche noi. Sostengono che il Grande Spirito li abbia uccisi. Noi diciamo che non sappiamo perché siano scomparsi, ma dato che dal canto nostro non proponiamo alcuna spiegazione, come possiamo essere certi che la loro sia superstizione?"