Dettagli Recensione
Esotico e travolgente
Monsone, secondo libro della saga familiare dei Courtney, opera di Wilbur Smith, è uno di quei libri che restano nel cuore, uno di quei libri che ti costringono in certi passi a fermarti, posare il volume sulle gambe e pensare a ciò che si è appena letto, per cercare di fissarlo bene nella mente. Monsone ha per protagonista il capostipite della famiglia, Sir Henry (Hal) Courteney, insieme a due dei quattro figli, Thomas e Dorian. Sir Hal viene incaricato dalla Compagnia delle Indie Orientali, reduce da precedenti e grandiose avventure, di catturare , dotato di una lettera di corsa, il sanguinario pirata arabo Jangiri che infuria tra il Capo di Buona speranza e il Madagascar. Hal, avendo lasciato l'amministrazione della tenuta in Inghilterra nelle mani del crudele primogenito William, porterà con sé i due gemelli Tom e Guy -il secondo abbandonerà presto il viaggio - e il piccolo Dorian, che nel corso di un turbolento scontro navale viene catturato dagli arabi e proiettato nel m
ondo islamico, vivendo e apprendendo appieno quella cultura così diversa dalla nostra , ma altrettanto ricca e profonda. Il fratello e il padre, dopo aver cercato invano di salvare Dorian dagli infedeli, sono costretti a tornare in Inghilterra a causa delle ferite riportate da Sir Henry. Tom tornerà alla ricerca del fratello girovagando per anni tra gli spazi sconfinati del continente Africano e l'amato oceano, mentre Dorian è ormai diventato, con il nome di Al Salil, un glorioso condottiero arabo; combattenti di due diversi mondi, seguaci di due diverse religioni e speranze saranno uniti soltanto dal desiderio di ricongiungersi e realizzare insieme i desideri che condividevano da ragazzi.
In questo grande libro - tra il sadico William, unico ereditiere dell'intero patrimonio Courteney , e l'amore dei due gemelli per la stessa donna -problematiche familiari che fanno tribolare l'intera famiglia si alternano alla passione dei protagonisti per i vari personaggi femminili, forti e bellissimi. E ancora, a sottolineare il carattere avventuroso dello stile di Smith il mondo marinaresco fa da sfondo all'intricata storia, inserita in una cornice storica dove si vedono spiegati in modo dettagliato e cruento fatti come la tratta degli schiavi, a bordo delle navi negriere, o le sanguinose battaglie combattute a colpi di moschetto. Il mondo islamico poi ci viene presentato in modo garbato, reso incantevole e pieno di fascino, mentre viene affrontato un tema quanto mai attuale.
Dopo aver letto l'ultima frase del romanzo sembra proprio che il monsone, soffiando forte, porti via un pezzo di cuore. Terminata la lettura mi è capitato, infatti, di provare un senso di nostalgia inspiegabile che conduceva il mio pensiero verso il clima afoso dei tropici e tra le sabbie del deserto, avevo nostalgia dei paesaggi, delle immagini, che leggendo mi si erano proiettate davanti agli occhi: è questa la magia del Monsone.