Dettagli Recensione
Will 2.0
L'agente del GBI Will Trent si trova sotto copertura a Macon per indagare su una rete criminale capitanata da un losco individuo, conosciuto come Big Whitey. In molti hanno dubitato della sua reale esistenza e lo stesso Will si trova ad affrontare spesso gli stessi interrogativi, arrivando anche a chiedersi se Big Whithey non sia lo spacciatore con cui il suo alter ego Bill Black sta entrando in amicizia (ed in affari).
Purtroppo la copertura di Will è messa a repentaglio dall'arrivo di Sara a Macon; infatti, una serie di sfortunati eventi spingono la dottoressa Linton nella cittadina e a tuffarsi nuovamente nel suo passato, ritrovando sul suo cammino Lena Adams, colei che Sara ha sempre ritenuto responsabile della morte di suo marito. Il motivo per cui Will si sente a disagio però, non riguarda l'eventualità di incontrare Sara per errore nelle corsie dell'ospedale, bensì dal fatto che lui le ha nascosto la verità: non le ha detto dove si trovasse, che sapeva già cosa stesse accadendo a Lena, che lui stesso le ha impedito di uccidere qualcuno.
Presto Will dovrà fare i conti con la sua compagna, ma ancora prima dovrà affrontare le dure leggi che la malavita impone a chi vuole farsi strada in una rete tanto ampia e spietata come quella tessuta da Big Whitey.
Leggere un romanzo della Slaughter per me è sempre una dura prova, non tanto per la lettura in sé, ma per il fatidico momento in cui arrivo alla fine e penso "e ora cosa leggerò? Nessun romanzo sarà mai alla sua altezza!"
Naturalmente sono fesserie, ogni volta trovo una nuova avventura in cui tuffarmi, ma ormai sono così affezionata a Will e a tutti gli altri personaggi, che quando finisco di leggere la loro nuova avventura, mi rattristo un po'.
Adoro lo stile della Slaughter, la sua capacità descrittiva non mi annoia mai e anzi, mi fa sentire pienamente parte del racconto, mi trasmette la giusta suspense e tutte le emozioni, negative o positive che siano, colgono sempre nel segno. Il suo essere stramaledettamente brava a descrivere in maniera così nuda e cruda scene di efferata violenza, non mi disturba affatto; sono convinta che per quanto lo schifo raccontato in questo romanzo non mi appartenga, esso esista...ed è giusto parlarne con toni adeguati, senza tentare di smorzare ciò che avviene in quanto le favole, in questo ambiente, non esistono.
Ma arriviamo a parlare di ciò che mi preme di più: la caratterizzazione dei personaggi!
Io adoro Will Trent e il mio titolo a questa recensione vuole essere un omaggio ai suoi cambiamenti, alla persona che sta diventando; so che può sembrar ridicolo parlare così di un personaggio sostanzialemente inventato, ma è così ben descritto e sono entrata così bene in sintonia col suo modo di pensare, da averlo quasi fatto diventare reale. Quantomeno nella mia mente. E a mio avviso, il grande dono della Slaughter è proprio quello di saper approfondire la conoscenza dei personaggi (quelli maggiormente ricorrenti): nonostante questo sia forse il nono libro della saga di Will Trent, ogni volta si può scoprire qualcosa di nuovo su di lui o sui personaggi importanti come il suo capo Amanda Wagner, la sua partner lavorativa Faith Mitchell, la sua compagna Sara Linton, ecc. Ciò rende questi personaggi e le loro vicende ancora più concreti, in quanto nella vita reale, quando conosciamo una persona, non veniamo a scoprire tutto e subito di lei; la conoscenza è qualcosa di graduale, procede per gradi, e lo stesso avviene nei romanzi della Slaughter. Ecco forse spiegato il motivo per cui sono tanto affezionata a questa saga.
In definitiva, quel che vorrei dire è...good job, Karin!
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