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La solita sbobba di Glenn Cooper
Questo libro è la solita accozzaglia di svastiche, croci, salti temporali, ricerca del potere eccetera a cui ci ha ormai abituato Glenn Cooper.
Uno scrittore sopravvalutato, forse il più sopravvalutato di tutti, il cui stile (se di stile stiamo parlando) è talmente scarso ed elementare da riuscire solo ad imbastire dialoghi ridicoli e banali, senza un minimo di ricercatezza sia nelle descrizioni dei fatti che delle persone, senza un minimo di accortezza nella ricerca lessicale, con le stesse parole che si ripetono in tutte le pagine, senza un minimo di accuratezza.
Le sue storie sono sempre banali, il solito pastrocchio dal cui esito dipende la fine o la continuazione del mondo, e l'eroe di turno è sempre la solita figura che si muove all'interno delle pagine in modo sconclusionato, senza un minimo di narrativa nelle sue azioni, senza una logica: ad esempio, per descrivere un pestaggio, parte col primo pugno e la riga dopo è già finito tutto.
Glenn Cooper è uno scrittore che non sa scrivere, un bambino di 10 anni saprebbe essere meno scontato di lui. Ha avuto fortuna con i suoi primi due libri della serie della Biblioteca, poi sarebbe stato meglio che avesse smesso.
Lettura inutile, non perdeteci il vostro tempo.