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Il fascino discreto della fantascienza vintage
Premetto che non sono un appassionato di fantascienza.
Anzi, i romanzi Sci-Fi, con tutti loro tecnicismi a volte spericolati e roboanti, generalmente non incontrano il mio gusto.
Ma un’eccezione la devo fare: Jules Verne, il Nautilus, il capitano Nemo… Cercherò di spiegare perché per loro devo fare un’importante eccezione.
LA VICENDA
Un mostro viene avvistato in mare aperto: è “una cosa enorme, di forma affusolata, talvolta fosforescente, più grande e più veloce di qualsiasi balena”.
Il potere costituito e l’ansia di dominio dell’uomo civilizzato entrano subito in azione. Ingaggiando un uomo di scienza: “Quell’anno io, professor Pierre Aronnax, mi trovavo negli Stati Uniti allo scopo di raccogliere materiale per il Museo di Storia Naturale di Parigi”.
Viene allestita una spedizione per la caccia al mostro: “Se volete unirvi alla spedizione dell’Abraham Lincoln, il governo degli Stati uniti avrà piacere che la Francia sia da voi rappresentata in questa impresa”.
Dell’equipaggio fanno parte “Conseil, il mio fedele domestico” e il fiociniere canadese Ned Land.
La Lincoln incrocia il mostro nelle acque del mar del Giappone ed è subito scontro: “E quando scoprii che il suo dorso era fatto di piastre di metallo fissate da bulloni, capii che l’animale misterioso, il mostro, era stato costruito dall’uomo”. Il professore, il suo domestico e il fiociniere vengono catturati e fatti prigionieri a bordo del Nautilus, un sottomarino che incarna le fantasie tecnologiche dell’epoca e che oggi ci appaiono straordinarie intuizioni. Il sorprendente batiscafo è comandato da…
… IL CAPITANO NEMO, EROE ROMANTICO
Nemo così si materializza di fronte ai suoi prigionieri: “La testa dritta sulle spalle e lo sguardo freddo dei suoi occhi neri rivelavano una grande sicurezza di sé.”
Indossa “abiti di un tessuto che non avevo mai visto e che aderiva al corpo”.
Ha una sua filosofia di vita (“In superficie gli uomini possono combattersi e distruggersi a vicenda, ma negli abissi il potere degli uomini non esiste più”) che ben presto Aronnax comprende: “Capisco la vita del capitano Nemo. Si è fatto un mondo a parte, un mondo unico, solo per sé”.
Il capitano Nemo è un eroe romantico (“e io sarò sempre, finché vivrò, un difensore degli oppressi”), una specie di Robin Hood delle profondità marine (“Io raccolgo quello che gli uomini hanno perduto”). Suona l’organo (“Era il capitano Nemo che suonava con molto sentimento, ma solo di notte e al buio, mentre il sottomarino dormiva, cullato dall’oceano”) e ha alle spalle una storia di sofferenza (“Io rappresento la giustizia e là c’è l’oppressore! A causa sua ho perso tutto ciò che amavo: patria, moglie, figli, padre e madre”). Coniuga senso della giustizia e spirito d’avventura (conquista il Polo Sud, il 21 marzo 1868), ma su un punto è irremovibile: “Chi entra nel Nautilus non deve più lasciarlo”.
UN VIAGGIO INCREDIBILE
Procede dal Giappone a Ceylon, continua attraverso un immaginario tunnel sotto quello che diverrà il canale di Suez, passa per il Mediterraneo, raggiunge le meraviglie sommerse di Atlantide, conquista l’Antartide, doppia capo Horn, sfida le gigantesche piovre del mar dei Sargassi per finire nel vortice del terribile gorgo del Maelström, già descritto da Poe…
Come non fare un’eccezione per un’avventura profonda come i fondali oceanici? Come non consigliare questo sogno ad occhi aperti come riflessione di fronte agli effetti scenografici rutilanti e pretenziosi di certa fantascienza contemporanea?
Bruno Elpis
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Commenti
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il tuo commento finalmente ha stuzzicato la mia attenzione ed ora lo leggerò!
grazie Bruno :-)
@ Silvia: ogni tanto re-immergersi in qualche lettura fatta in gioventù è salutare. Talvolta scopri che di un libro... avevi un altro ricordo... :-)
@ Marcella: promesso, ci rivediamo con "L'isola misteriosa"? :-)
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