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A come avventura
Lascia vagare il tuo sguardo su questa immensa distesa bianca, il cui candore ispira forse serenità e purezza ma in realtà un freddo penetrante ti entra nelle ossa , il silenzio fa più male del rumore e la solitudine , il senso di abbandono si impossessano delle tue sensazioni. Casa è un posto così lontano che persino il ricordo sembra congelarsi in una fredda istantanea senza calore nè vita.
Dan Simmons narra di una delle tante spedizioni per cercare quello che sarebbe divenuto famoso come "passaggio a nord ovest" , dall'Oceano Atlantico all'Oceano Pacifico passando per l'arcipelago artico canadese. Il romanzo racconta il viaggio del comandante inglese John Franklin alla guida delle due navi della marina britannica, l'Erebus e la Terror, alla ricerca di questo passaggio che costituisse un modo più veloce per raggiungere le Indie e quindi per favorire scambi commerciali. Ma gli uomini dell'anno 1848 non avevano a disposizione mappe dettagliate, questo passaggio era una leggenda , si andava ad intuito o seguendo indicazioni approssimative e azzardi . Le due navi rimasero imprigionate nel ghiaccio e nessuno fu mai ritrovato vivo. Dan Simmons fa una ricerca storica immensa, degna del miglior Umberto Eco, ma soprattutto porta il lettore tra i ghiacci. Ti trascina lentamente all'interno delle navi intrappolate (ben presto sarà una sola) , a lottare con i morsi della fame e della sete, le malattie, il freddo, le proprie angosce e un nemico crudele : un enorme mostro che appare e scompare nel bianco ma forse è solo un grosso orso affamato che il terrore dell'equipaggio ha trasformato in una creatura soprannaturale da racconto dell'orrore.
Gli uomini dell'equipaggio prima attendono, sperando nello sciogliersi dei ghiacci, poi lottano per trovare una soluzione , ma il freddo sembra rallentare ogni battito del cuore, ogni movimento, gli angusti e sporchi spazi della nave sono l'unico rifugio sicuro fino a che diventa chiaro che abbandonare la nave è l'unica scelta possibile...affrontano così a piedi un paesaggio ostile che nasconde insidie impensabili in un mondo di tale candore e silenzio.
Il romanzo è piuttosto lento nello scorrimento ma se ci si immedesima negli uomini della spedizione non si può non giudicare splendido il lavoro dell'autore, ha reso benissimo la durezza della vita a bordo, le paure e le speranze dell'equipaggio, la natura terribile , lo spirito d'avventura di un epoca.
Il finale , mistico e molto poetico , è ovviamente pura invenzione perchè cosa accadde agli uomini della spedizione non si è mai saputo, si possono solo avanzare ipotesi.
Leggere questo libro oggi fa un certo effetto perché ci sembra quasi impossibile che ci si possa avventurare in posto da cui non sarà più possibile tornare a casa in quanto troppo lontano o impervio.
Se cercate l'azione e i colpi di scena "La scomparsa dell'Erebus" non fa per voi se apprezzate i romanzi che vi portano in un "mondo" e vi accompagnano ad esplorarlo allora è una scelta azzeccata.
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Tu per mari e io per foreste, alla ricerca di Eldorado :-D