Dettagli Recensione
Il primo Mc Carthy
Con questo romanzo Mc Carthy inizia la sua carriera di scrittore, diciamo che prende la rincorsa prima di prendere il volo con i capolavori successivi. Non che questo non sia un bel libro scritto come al solito, con uno stile evocativo stupendo , ma se devo trovargli un difetto il racconto è un pò sbilanciato, scorre poco, troppo imponente la parte descrittiva rispetto alle vicende dei personaggi , alcune descrizioni dei luoghi sarebbero una perfetta appendice per un trattato di botanica. Ma Mc Carthy descrive con passione, dovizia di particolari, poesia anche gli animali , che nel libro sono a volte vittime di violenze gratuite: pagine che non lasciano indifferenti ma che purtroppo non sono il delirio dell'autore ma una trasposizione di quello che avolte avviene nella realtà. In questo romanzo ci sono dei personaggi, ma non un protagonista, o meglio...non un protagonista uomo, ma la natura, i boschi per esempio , raccontati per luci, ombre, colori, rumori, odori , tutto!. Ci sono momenti di splendida letteratura in cui l'uomo non compare come la descrizione del girovagare della gatta dopo la tempesta.
Tra gli uomini aleggia sotttile la nebbia della solitudine , della disillusione , abbiamo quattro personaggi uniti da qualcosa che non riescono a tirare le fila della loro vita e a capire che cosa li unisce , in questo senso qui abbiamo un accenno di temi ripresi in maniera grandiosa in "Suttree".
Mc Carthy ci racconta una vita quasi primordiale, antica , con un rapporto più stretto, quasi epidermico con la natura che ci circonda, .
Sicuramente rispetto agli altri romanzi di Mc Carthy che ho letto, questo è più "difficile", probabilmente l'autore non aveva ancora smussato certi spigoli , era un pò acerbo, il libro andrebbe letto a voce alta con calma perchè ci sono parti che da sole valgono mezza biblioteca ma vanno ascoltate, non va letto per riempire il tempo ma una parte di noi.