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La dualità montana
Matteo Righetto, torna in libreria con La stanza delle mele, edito da Feltrinelli. Un libro che, come già i precedenti, omaggia la montagna, mettendo in evidenza la dualità insita in lei: da una parte l’aspetto benevolo, legato alla bellezza e al fascino, e dall’altra quello meno rassicurante, più oscuro, legato alla sua natura matrigna.
Il romanzo racconta la storia di Giacomo, bambino undicenne, orfano di entrambi i genitori, la madre morta per malattia, il padre disperso in Russia. Con i suoi fratelli più grandi vive nella casa di campagna del nonno paterno. La vita non è facile: il nonno lo sgrida e lo punisce per nulla, e lui si rifugia ad intagliare il legno, una volta rinchiuso nella stanza delle mele. Un giorno viene mandato dal nonno a ritirare una roncola dimenticata alle pendici del Bosch Negher. Lì si imbatte nel cadavere di un uomo impiccato ad un albero. Lui, però, fugge via disperato. Tuttavia non dice nulla. Chi è quell’uomo? Perché nessuno ne parla? Questa visione lo perseguiterà per tutta la sua vita futura, anche quando divenuto adulto e abile scultore del legno cercherà di saperne di più. Riuscirà a svelare i contenuti del mistero?
Un libro legato ai misteri ancestrali, alle leggende, all’arcaico, dove la visione della montagna svolge un ruolo fondamentale. Per i cultori di essa, e per chi vuole apprezzare un testo scritto con cura e sapienza.
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