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La guerra vista dai bambini
Siamo nel periodo della seconda guerra mondiale, di fronte alla tragicità di un amico portato via verso i campi di sterminio i bambini Cosimo, Italo e Vanda pongono in atto la loro logica di limpida ingenuità in cui il bene ed il male, la giustizia non possono prescindere dal valore di una persona, il loro amico è un bravo ragazzo, sono convinti che in base a questa semplice e incontrovertibile considerazione convinceranno i tedeschi a liberarlo. Si incamminano così in un viaggio alla ricerca del luogo in cui è stato portato il loro amico senza sapere veramente dov si trovi ma solo con un disegno scarabocchiato come indicazione perchè la fantasia di un bambino può costruire percorsi, strade , ponti, nel cuore di un bambino la giustizia non è solo un bisogno o un diritto, è un dovere. E' un cammino disperato ma per loro avventuroso, mai domati dalle fatiche, dalle privazioni , dalle difficoltà di essere bambini in un mondo di adulti in cui essere bambini è doppiamente pericoloso. Il fratello di Italo e una giovane suora, consapevoli da adulti, della drammatica situazione in cui si sono messi i ragazzi, si mettono sulle loro tracce alla disperata ricerca di raggiungerli prima che la guerra con le sue brutture faccia loro del male. I tre ragazzi si interrogheranno mai sul fatto che il gioco vale o meno la candela, continueranno a marciare verso il misterioso luogo dove è tenuto prigioniero il loro amico, stremati ma sostenuti da un senso di appartenenza, di condivisione in cui raggiungere il loro amico è la cosa importante e non quanto ci costa. Incontreranno improbabili aiuti fino ad un epilogo struggente in cui la durezza della realtà si scontra con la loro fiducia e l'incoscienza del loro generoso coraggio .
Fabio Bartolomei ha la straordinaria capacità di raccontare la fanciullezza facendoci tornare a nostra volta bambini in un mondo in cui i sogni sono ancora solo un obiettivo da raggiungere .
Davvero bello.