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IL SEGNO DELL'AQUILA
Il nuovo lavoro di Marco Buticchi non è un semplice romanzo d’avventura, come magari sarebbe facile catalogarlo. E’ un romanzo ad ampio raggio che grazie allo stile inconfondibile di questo autore, spazia su più fronti e ci porta prima all’epoca degli Etruschi, uno dei popoli più misteriosi della nostra storia, e poi a toccare temi molto attuali come l’ormai tristemente famoso Stato Islamico (ISIS) e il commercio degli organi.
Buticchi, conferma la sua straordinaria capacità di fondere tante cose insieme e creare una storia a dir poco avvincente ed interessante. E’ il caso anche del “IL SEGNO DELL’AQUILA”, dove racconta la storia di un ragazzino di una nobile famiglia Etrusca che si vede portar via in una sola notte tutto quello che ha di più caro, dal crudele figlio del re di Roma, Tarquinio il Superbo. La sua vita sarà una continua fuga, ma anche un’instancabile ricerca della madre, tenuta in ostaggio dal re di Roma. Anche grazie alla sua affezionata aquila, sinonimo di forza e determinazione, diventerà prima l’architetto del re persiano Dario il Grande, per poi finire al servizio di Porsenna, per il quale progetterà il suo misterioso sepolcro che ancora oggi si pensa possa diventare una delle scoperte più importanti del millennio, per tutto quello che potrebbe celare.
E’ proprio sfruttando questa possibile scoperta archeologica, che Buticchi collega magistralmente il così detto “racconto storico” con quello “moderno”, legandolo all’attualità e rendendolo avventuroso grazie ai suoi personaggi più amati e cioè Oswald Breil e Sara Terracini.
Come ormai ci ha abituati da tempo, Buticchi riesce a fornirci un’interessante interpretazione di avvenimenti o temi sociali che senza nessuna paura presenta in maniera molto chiara e netta, lasciando però libertà al lettore di avere la propria opinione.
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