Dettagli Recensione
La seconda sofferenza
In storie sulla pelle Lilin raccoglie sei racconti che hanno come rotta da seguire l’arte del tatuaggio siberiano. La storia di fondo a tutti gli episodi è la sua evoluzione fino a diventare un kol'sik, l’artista, il “guardiano” della tradizione criminale siberiana e della sua manifestazione nei tratti di inchiostro sulla pelle. Il suo apprendistato, gli strappi alle regole, il suo rapporto con il suo grande maestro burbero, severo ed intransigente. Non si tratta chiaramente di un trattato socio-antropologico sul significato del tatuaggio siberiano, ma per chi è affascinato dall'arte del tatuaggio è sicuramente una lettura interessante da fare, non ci si deve aspettare un capolavoro.
Traspare sicuramente la passione del protagonista per questa forma di arte, di tradizione, di cultura. Il tatuaggio al giorno d’oggi ha differenti connotati, purtroppo in svariati casi si tratta di una moda, molto in voga, ormai ci si è quasi abituati a vedere corpi completamente dipinti, in molti casi con soggetti tutti uguali e sempre più spesso privi di significato profondo per chi li porta.
Differente è il messaggio che il libro vuole trasmettere, ogni singolo segno ha uno specifico significato, spesso molto criptico e intrinseco alla tradizione.
Bello a mio avviso il concetto per la quale il tatuaggio è “sofferto” sulla pelle, un modo per marchiare a vita una sofferenza vissuta e sofferta una seconda volta sulla pelle, la parte di noi più esposta agli altri. Come si dice nel libro le parole non bastano per raccontare la propria storia, la sofferenza quindi va portata addosso.
Come nella tradizione degli Irezumi tradizionali giapponesi, anche nella tradizione siberiana, i simboli, sono “marchiati” per sempre e rigorosamente utilizzando aghi a mano, senza l’utilizzo di macchinette elettriche, ecco spiegato il concetto della seconda sofferenza accennata poc'anzi.
I tatuaggi dicono tutto dei criminali siberiani, più di ogni parola, più di ogni azione.
Un tatuaggio fatto da un vero kol'sik non può mentire, diversamente sarebbe un sacrilegio o un “pastrocchio” fatto senza cognizione, un modo come un altro per imbrattare la pelle e ingannare gli altri.
Le storie raccontante sono simili a quelle raccontate anche in Educazione Siberiana, in alcuni casi con gli stessi personaggi. Dal punto di vista letterario non è sicuramente un capolavoro, lo stile di Lilin è pulito e chiaro, ma non certo indimenticabile.
Indicazioni utili
- sì
- no