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Sniper estreme – Victoria Cross
‘Segretissimo’ manda in edicola una nuova edizione della terza e, al momento, definitiva avventura dell’uomo d’acciaio Russell Brendan Kane in una veste riveduta e corretta – da parte dell’autore che la definisce ‘director’s cut’: qualcuno aveva messo mano al ‘montaggio’ delle precedenti versioni? – nonché integrata con nuove scene ed episodi. ‘Definitiva’ è un aggettivo che si attaglia a questa storia e non pare un caso che, pur girandoci in qualche modo attorno accennandone qua e là, Altieri non sia riuscito a darvi un seguito anche se l’uscita originaria risale ormai a oltre dieci anni fa: il libro chiude un ciclo percorrendo tutta la discesa senza speranza nell’orrore umano per giungere a un fosco (e bellissimo) finale di fuoco, acqua e metallo dal quale sarebbe molto difficile ripartire evitando stucchevoli ripetizioni. L’intreccio è tipico dell’autore milanese: dietro alla follia e al fanatismo delle masse si muovono potenti burattinai che, spinti da interessi economici, non si fermano neppure davanti agli ettolitri di sangue per perseguire i propri interessi. A sbrogliare la matassa della violenza vengono spediti Kane e gli uomini del SAS (tra i quali il principe ereditario) con una spedizione dall’esito tragico che richiederà una tremenda vendetta. Il protagonista la persegue dopo aver riconsegnato il distintativo in un ingenuo tentativo di tornare alla vita normale che (per non farsi mancar nulla) lo costringe a un confronto con il proprio passato: nella lontana isola di Katawan, da qualche parte tra le Filippine e il Mar di Sulu, i morti si contano a decine di migliaia, ma anche la Scozia finisce per pagare un pesante tributo. Se l’avvio è forse un po’ lento nel lungo dipanarsi dell’addestramento riservato agli sniper britannici – per la serie: come ti costruisco una macchina letale – il ritmo cresce in maniera costante e implacabile aumentando sempre più il coinvolgimento del lettore: la scrittura serrata di Altieri si allinea come al solito alla durezza delle situazione, ideale sia per raccontare il susseguirsi delle azioni violente, sia per descrivere i desolati paesaggi post-apocalittici delle scheletriche Highlands o della scabra e martoriata Katawan. Il risultato è un solidissimo – oltre che testosteronico – romanzo d’azione che non fa nulla per nascondere il suo essere prettamente di genere, secondo una scelta stilistica precisa che, del resto, lo scrittore ha sempre perseguito in tutti gli ambiti letterari che ha frequentato: numerose svolte della storia non si può dire siano inattese, i personaggi vengono riproposti (anche se più sfumati, con l’eccezione del biondo antagonista principe Declan Cross e, anche se si tratta di una immane corporation, della sempre mirabolante Gottschalk-Yutani), le donne stanno ai margini fungendo più che altro da vittime sacrificali (una notevole differenza rispetto alle puntate precedenti) e numerose azioni e situazioni risultano volutamente esagerate, ma tutto funziona come meglio non si potrebbe costringendo il lettore a girare le pagine in modo compulsivo.