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Un'avventura in Medio Oriente
“Massimo ha passato una notte insonne. L’adrenalina che gli circola in corpo ha vinto sulla stanchezza accumulata in quasi due settimane. Oggi, infatti, si avvererà il suo sogno: osservare da cronista uno degli scenari di guerra più caldi del mondo”.
Fantapolitica e avventura nelle terre contrastate del Medio Oriente sono gli ingredienti principali di “Operazione Gaugamela”, romanzo d’esordio di Alessandro Paolo Berionne. Una storia che si dipana nell’estate del 2025 tra Bologna, Roma e le principali città mediorientali. Un lungo racconto che prende l’avvio dalla partenza per Gerusalemme di un gruppo di preghiera di cui fanno parte due giovani cugini, Massimo e Sara. Ad essi capiterà un po’ di tutto, dal subire un terribile attentato fino a divenire consapevoli testimoni di un immane conflitto fra Israele e Iran. Tra questi due eventi vi è spazio per le indagini del Mossad sulla strage e sul rapimento del figlio del primo ministro israeliano da parte di un gruppo terroristico, per le azioni di alcuni agenti segreti internazionali, ma soprattutto per i conflitti interiori dei principali protagonisti. Questa, a grandi linee, la trama dell’avvincente epopea. Suggestiva senza alcun dubbio, tutto sommato ben congegnata, composta dal giovane autore in un buon italiano ma con alcuni, quanto inevitabili, limiti. Delle manchevolezze del tutto ovvie in un’opera prima: periodi non sempre scorrevoli, dialoghi il più delle volte poco fluenti, circostanze troppo fantasiose e/o ingenue. Il tutto intervallato da interminabili, a volte noiose divagazioni storico-politico-sociali sulla situazione mediorientale. Si aggiungano gli altrettanto lunghi monologhi interiori di Massimo sulle proprie idee politiche e religiose, che se da un lato possono convogliare il lettore nelle intricate vicende del romanzo, dall’altro lo appesantiscono notevolmente. Vi è poi un altro fattore che rende questo libro, seppure per certi versi gustoso da leggere, un po’ anacronistico: la troppa ingenuità, ancor più che fantasia, del suo autore nel narrare le vicissitudini in cui sono coinvolti i personaggi principali del libro, un’ingenuità a volte persino eccessiva. Un romanzo, “Operazione Gaugamela”, per molti versi autobiografico, come accade sovente per la prima opera, da cui emergono alcuni spunti degni di attenzione. Per concludere, Alessandro Paolo Berionne con un po’ più di “mestiere” potrà diventare un buon scrittore. A lui dimostrarlo.
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Mariangela
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