Dettagli Recensione
LA VOCE DEL DESTINO
Chi valuta l’acquisto di questo libro basandosi solamente sulla trama riportata sulla seconda di copertina, come molte volte accade, potrebbe non essere favorevolmente colpito, in quanto non riesce a stimolare a sufficienza la curiosità del potenziale acquirente.
Anch’io inizialmente ero caduto in questo errore, ma poi ricordandomi quanto mi era piaciuto il precedente titolo di questo autore: “Il respiro del deserto”; ho subito rimediato alla mia svista.
Siamo di fronte ad un romanzo con un’anima storica, travestito da libro d’avventura, questo grazie al grande talento di Marco Buticchi, cha ha saputo mixare questi due generi.
“La voce del destino” è una di quelle letture che stimola all’approfondimento, in maniera quasi naturale. Spesso ho interrotto la lettura per documentarmi su Internet su quanto appena letto, per trovare riscontri oggettivi. Il periodo storico in cui è ambientata la storia parte subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e arriva fino quasi ai giorni nostri. Vengono riproposti alcuni fra i più grandi misteri della storia contemporanea del nostro paese, ma anche di paesi come l’Argentina. La cosa sorprendente è la maniera in cui Buticchi è riuscito a far interagire questi avvenimenti storici con la “sua” storia ed i “suoi” personaggi, adattandoli in modo perfetto a tutto il contesto, come un’ abile sarto alla prese con un vestito su misura.
Per fare questo ha dovuto sacrificare i “suoi” soliti personaggi, Oswald e Sara Breil, ad un ruolo più marginale, per dare maggiore risalto e spazio alla storia vera e propria. Durante la lettura di questo libro ci si dimentica spesso di leggere un libro d’avventura e ci si lascia trasportare dalle vicende raccontare in una sorta spy-story, ricostruita in modo molto semplice e personale, ma molto vicino alla realtà dei fatti.
La parte finale del libro appartiene invece al genere classico del romanzo d’avventura, con il solito super-eroe che grazie ad una fortuna incredibile riuscirà a risolvere situazioni impossibili. Questa è forse la parte che mi ha convinto di meno, ma forse perché sono rimasto troppo affascinato da tutto il resto del romanzo