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In salita verso la luce
Il Purgatorio di Dante è concepito come speculare alla voragine infernale pertanto assume la conformazione di una montagnetta composta da sette cornici dedicate ciascuna all'espiazione dei peccati capitali. Le anime qua rappresentate sono ree di colpe più lievi rispetto a quelle a cui tocca una collocazione agli inferi senza appello, tuttavia il percorso cui devono sottostare prima di assurgere alla luce paradisiaca, è lungo e faticoso.
Il buon Dante intraprende la salita verso la vetta incontrando centinaia di volti e immergendosi nelle loro storie, ricche di aneddoti, di gioie e dolori, di errori pagati a caro prezzo e voglia di riscatto. Sono scomunicati, superbi, invidiosi, iracondi e golosi, pronti ad un lungo pellegrinaggio per guadagnarsi il paradiso.
Rispetto alla prima cantica, il Purgatorio raccontato e parafrasato da Vittorio Sermonti è un percorso arduo e accidentato, cavilloso su tematiche teologiche, filosofiche, linguistiche e socio-politiche, una vera selva intricata di approfondimenti dal sapore squisitamente accademico.
Ottimo testo per addetti ai lavori, meno per chi cerca il piacere di riscoprire la Commedia di Dante
in un testo raccontato con maestria e pertinenza di contenuti ma accessibile e godibile.
Lontano dall'impostazione dell'Inferno, vuoi perchè la cantica è più densa ed enigmatica concettualmente vuoi per volontà dell'autore, il Purgatorio strada facendo va assunto a piccole dosi perchè talvolta pesa come il macigno caricato sul dorso dei superbi.
La grandezza dell'autore resta ed è ampiamente certificata dalle redazione di un lavoro critico di tale spessore seppur si volga ad un lettore di nicchia o ad un dotto ricercatore.
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Avessi presagito la grevità di espiare in Purgatorio, me ne sarei stata lietamente nel bell'Inferno!