Dettagli Recensione
Una guida intelligente e non banale
Una lista in ordine cronologico dei 100 brani di musica classica da ascoltare, come enunciato nel titolo stesso, almeno una volta nella vita. Di pubblicazioni del genere ne esistono a decine, ma credo valga la pena segnalare questa recente raccolta. Oltre ad essere un noto compositore, Campogrande è pure un ottimo divulgatore sia in ambito editoriale che televisivo.
Nelle poche pagine dedicate a ciascun brano, l’autore fornisce con grande capacità di sintesi gli elementi che rendono il brano unico ed essenziale all'interno del repertorio della musica cosiddetta colta. Da leggere a piccole dosi e preferibilmente associando l'ascolto alla lettura, ciascuna scheda fornisce un inquadramento storico e culturale con l'aggiunta di brevi cenni stilistici e formali accessibili anche ai non addetti ai lavori.
Una lunga carrellata di capolavori che, a partire dalla musica rinascimentale, scorre attraverso il periodo barocco, classico, romantico e post-romantico fino alle composizioni di autori contemporanei. A differenza di altre più convenzionali guide all'ascolto, Campogrande mostra in questa selezione una chiara predilezione per composizioni del '900 che rappresentano oltre la metà dei brani segnalati. Sono escluse composizioni di musica atonale e dodecafonica (Schönberg viene citato soltanto per "Verklärte Nacht" antecedente alla svolta dodecafonica) quali risultati di una corrente intellettualistica che ha sostanzialmente fallito il suo scopo creando una frattura mai sanata tra fruitori della musica e suoi artefici. Al contrario si dà ampio spazio alle correnti più recenti caratterizzate dal recupero della tonalità: dalle contaminazioni della musica classica con altri generi (jazz, musica etnica ecc..) al minimalismo americano post anni 60 fino ai recenti sviluppi della musica contemporanea. Personalmente tali scelte mi hanno incuriosito e spinto a scoprire compositori e brani che ad oggi mi erano pressoché sconosciuti (Ligeti, Arvo Part, Messiaen, Satie, Ives, Poulenc, Daugherty, John Adams etc ..).
Diversi sono inoltre i brani di musica vocale e liederistica citati. Anche in questo caso si tratta di un repertorio non troppo noto che vale la pena approfondire.
Ho anche apprezzato l'inclusione di composizioni che per la loro immensa notorietà tendono ad essere snobbate da certa critica colta. Dai valzer di Strauss alla "Moldava" di Smetana, dal "Concierto de Aranjuez" di Rodrigo alla "Rhapsody in Blue" di Gershwin, solo per citarne alcune, il criterio di selezione sembra essere il puro godimento che la musica di qualità procura senza irrigidimenti intellettualistici di sorta.
Concordo inoltre pienamente con l’invito, espresso in più occasioni dall'autore, ad ascoltare i brani possibilmente in esecuzioni "live", consapevole che neppure la migliore incisione è in grado di sostituire l'esperienza diretta dell'ascolto e l'insieme di emozioni che se ne ricavano.
A lettura del libro terminata, mi ritrovo con una lunga lista di brani che mi sono ripromesso di ascoltare o riascoltare (ho ad esempio riscoperto Respighi che in passato avevo troppo frettolosamente accantonato). Credo che questo sia il miglior complimento che si possa fare all'autore.
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Commenti
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Bella segnalazione! E' sempre affascinante sentir parlare di musica.