Dettagli Recensione
Il volto che ci viene imposto
Parlare di un'opera teatrale è molto diverso dal parlare di un romanzo. La bravura dell'autore di un testo teatrale si evince soprattutto dalla sua capacità di far parlare e interagire i personaggi in scena, in modo da metterne bene in risalto i caratteri, i pensieri e le contraddizioni. Nel caso de "Il dio del massacro" questo discorso è valido più che mai, essendo palese l'obiettivo di" montare e smontare" gli stessi protagonisti; affibbiargli una maschera e poi farla decadere miseramente, facendo venire fuori i lati più gretti della natura umana.
Le maschere che la società ci costringe a indossare sono tante e diverse per ogni occasione, ed è proprio questo il tema trattato da Yasmine Reza che, devo dire, lo fa in maniera molto efficace. Vedere il graduale (ma veloce) mutare dell'atteggiamento dei protagonisti è difatti la cosa più interessante: prima affabili e accomodanti, poi furiosi al punto da sembrare posseduti da un vero e proprio "dio del massacro”.
Le maschere sociali vengono giù e altro non resta che l'essere umano (im)puro e semplice. Risolvere la controversia tra i due ragazzini non è mai stato il vero obiettivo; l'obiettivo era imporre il proprio ego, mettere in risalto il proprio valore in quanto genitori, e quindi in parte in quanto individui. Il litigio tra i due ragazzini passa in secondo piano, lasciando il posto alla personalità delle quattro figure che, in un modo o nell'altro, vogliono prevalere e imporre i propri pensieri e ideologie. È interessante anche vedere come, nonostante i litigi, vengano fuori naturalmente delle complicità di genere (marito-marito, moglie-moglie), che risultano essere la cosa più genuina e spontanea. A parte l'ira incontrollata, ovviamente.
Due coppie sposate si trovano nel salotto di una delle due, per risolvere una controversia nata tra i loro due figli: uno dei due infatti ha fatto saltare gli incisivi all'altro, in seguito (pare) a una provocazione. Inizialmente guidati (almeno in apparenza) da ogni buona intenzione, presto lasceranno fuoriuscire le prime divergenze d'opinione, inizialmente generate dal proprio "istinto di protezione genitoriale", ma in seguito inasprite da tutte le insoddisfazioni continuamente represse, sia personali che di coppia. Un dipinto brutale del nostro reale aspetto interiore, quello senza filtri. La sensazione che si prova durante e alla fine della lettura è quella che darebbe l’atto di mettersi avanti allo specchio e togliersi una maschera col proprio volto, scoprendo che aveva sempre celato un mostro.
Vi consiglio di guardare anche la trasposizione cinematografica di Roman Polanski, che offre qualcosa in più all'esperienza trasmessaci da quest'opera, oltre che a dare un ulteriore spunto di riflessione che il testo scritto non ci offre. Tranquilli, non è una libera interpretazione del regista, essendo stato affiancato nella sceneggiatura dalla stessa Yasmina Reza.
Buona lettura (e visione).
"Vèronique, io credo nel dio del massacro. È il solo che governa, in modo assoluto, fin dalla notte dei tempi."