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Compro la giustizia
Commedia tragica scritta nel 1955, grande successo di pubblico, generalmente riconosciuta come il capolavoro dello svizzero. Agli esordi nella lettura della sua produzione teatrale, ho all’attivo solo “I fisici” non sono in grado di avvalorare la tesi mentre posso asserire che mi troverebbe una spettatrice entusiasta e che già mi reputo una lettrice ampiamente soddisfatta. I testi teatrali di Dürrenmatt creano una dimensione surreale e grottesca al pari dei racconti di Buzzati o dei romanzi kafkiani ponendo al centro un individuo, all’interno di un microcosmo ben definito, in una totale condizione di annientamento mentre tenta invano di svincolarsi dalla morsa del caos e dalla pressione di un potere sempre ben individuabile.
È questa la volta di Alfred Ill, sposato, con figli, povero in canna come tutti i suoi concittadini che vivono in una tristissima cittadina, Güllen, un tempo centro di una attiva produzione industriale, ora caduta in miseria, quasi rassegnata al suo destino pestifero e grigio. La scena si apre nella stazione del paese, agli antipodi da qualsiasi rappresentazione della Svizzera verde, come da immaginario collettivo, e qui Alfred Ill ha la speranza di poter riscattare il suo misero destino e fare da tramite anche al riscatto dell’intera cittadina. È in arrivo Claire Zachanassian, illustre concittadina, MILIARDARIA, la stessa Claire che a suo tempo fu la sua amata, si è certi che non disdegnerà di aiutare i suoi miseri compaesani, ci si appresta dunque a preparare la migliore delle accoglienze. E lei arriva, ma in anticipo, ed è strana e bizzarra (non rivelo nessuna delle sue particolarità), la sua presenza si palesa con il suo essere, con il suo seguito, con la sua strana richiesta: donerà un miliardo da ripartirsi fra fabbriche e cittadini in cambio dell’amministrazione della giustizia. Vorrebbe istituita la pena di morte per uno solo di loro: Alfred Ill. Rivelare oltre sarebbe deleterio, non conoscendo affatto la storia, ho goduto di ogni singolo sviluppo, curiosa e speranzosa fino all’epilogo che naturalmente non ha tradito la poetica dell’autore.
Al centro ancora una volta la riflessione sulla giustizia, come in tutta la sua produzione, qui non negata ma comprata insieme all’etica, alla morale, alle debolezze umane. Il personaggio della ricchissima Claire è di una potenza diabolica, capace di racchiudere in sé tutti i mali del mondo, gioca perfettamente con le esistenze altrui semplicemente comprandole, perfettamente consapevole del potere del denaro, ribaltando così l’etica e la morale, rendendo perfida e distruttiva quella alimentata dalla povertà. Consigliatissimo. Buona lettura.
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