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I fisici
 
I fisici 2018-05-24 12:28:37 siti
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siti Opinione inserita da siti    24 Mag, 2018
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A teatro

Nel salotto di una villa che ospita un sanatorio privato per malati mentali, in un luogo ameno, a riflettere l’agiatezza economica e della proprietaria, unica erede di un’immensa fortuna, e dei suoi illustri ospiti, c’è la polizia. A distanza di tre mesi è stato compiuto l’ennesimo omicidio, ancora una volta vittima è una giovane infermiera e assassino un paziente, uno dei tre che ancora vivono nell’ala vecchia del manicomio, sapientemente fatti convivere per comunanza di professione: sono fisici. Colui che ha appena ammazzato si crede Einstein, lo ha preceduto poco tempo prima chi reputa se stesso Newton e che ora, impunito in virtù della sua pazzia, è in scena col commissario; lo intrattiene argomentando sulla sua sanità mentale e asserendo di essere in realtà lui il vero Einstein e di fingersi Newton per non recare dispiacere al compagno.
Infine appare Möbius, entra in scena per ricevere la visita dell’ex moglie che con i suoi tre figli, ormai adolescenti, essendosi risposata con un missionario e volendo seguirlo in missione, è lì per far conoscere il padre ai figli. Ciò è pretesto per svelare anche la storia di questo giovane fisico che era ritenuto geniale e molto promettente nel suo campo fino a quando non iniziò a riferire di essere in contatto col re Salomone, di parlarci e di seguire i suoi consigli. Inizialmente appare come molto assennato e capace di comprendere le intenzioni della ex moglie ma al momento del congedo usa le sue eccezionali doti di fingersi pazzo- quelle che gli hanno permesso sì lunga dimora in manicomio- e ritorna nelle sue vesti permettendo con lo strappo generato dal comportamento pazzoide, un congedo più facile ai suoi. A questo punto tutto si fa molto interessante: realtà e finzione, pazzia e sanità mentale, scienza e coscienza e un terzo omicidio.
Dürrenmatt gestisce così le tematiche a lui più care: l’impossibilità della giustizia di essere funzionale a se stessa, riflettendo il caos insito nella Natura, l’ordine sovvertito -qui ben rappresentato dal sottile confine tra pazzia e “normalità- per volontà di un potere che ambisce al potere, in stretta contrapposizione al necessario rigore logico della fisica, infine il dissidio dell’uomo contro le sovrastrutture che lo inquadrano, lo inglobano e lo sfruttano minando la sua libertà.
Testo godibilissimo di cui non si può svelare di più, attenterei al filone giallo/ poliziesco che gli sta alla base e che vorrei avere la fortuna di vedere rappresentato perché è giocato su una serie di disvelamenti che lo rendono molto dinamico allontanandolo da quell’aura tragica che ne rappresenta invece l’essenza.
Il testo è inoltre supportato da 21 punti su “I fisici” che chiariscono in modo sintetico e brillante i capisaldi di un linguaggio drammaturgico giocato sul grottesco e il paradossale in un sovvertimento della realtà, necessario per rivelarla allo spettatore senza perciò obbligarlo ad affrontarla e tanto meno a risolverla. Pirandelliano, quasi…

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Commenti

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Che nostalgia mi hai fatto venire, Laura! Mi hai ricordato lo spettacolo che avevo visto sei lustri fa con Ferruccio De Ceresa, Renzo Montagnani ed Elsa Albani, grandi attori ormai tutti scomparsi. Spero che tu abbia la possibilità di vederlo prima o poi a teatro, anche se non mi sembra un testo molto rappresentato in Italia.
Beato te! Purtroppo non penso che avrò grandi occasioni di vederlo rappresentato, anche per motivi geografici, vero è che ora il teatro lo frequento poco, i circuiti teatrali spesso propongono opere che pur riportando qualche testo classico lo reinventano in chiave contemporanea e io non riesco ad apprezzare queste scelte. Ciao.
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