Dettagli Recensione
Illuminante
Comincio col fare una premessa: dell'opera narrativa di Jack London ho letto soltanto "Il richiamo della foresta" e "Zanna Bianca", che ho apprezzato molto ma non considero tra i miei libri preferiti. Non credo, dunque, di essere stato influenzato dall'ammirazione che ho per l'autore, durante la lettura di questo suo saggio rivolto agli scrittori esordienti.
In certi tratti, ha evidenziato con una precisione che mi ha lasciato interdetto buona parte delle mie perplessità, dei miei dubbi. Scritto tanti anni fa e in una realtà molto diversa dal mondo editoriale moderno, questo libro è spaventosamente attuale e ne ho fatto la mia bibbia, una linea guida nel percorso che vorrei perseguire nel raggiungimento di quello che è il mio sogno in comune con l'autore di questo saggio.
Oltre alle esperienze di vita dell'autore, che sono interessantissime ed utili e invitano alla lettura del suo "Martin Eden", che è una sorta di autobiografia, troverete delle perle che non si trovano in tutti i libri di saggistica. Ma partiamo da quelle che sono le convinzioni in comune coi vari Fitzgerald, Carver, Cechov. Uno scrittore deve avere qualcosa da dire: deve attingere dalle proprie convinzioni, dalla propria filosofia di vita e renderle evidenti attraverso i propri personaggi, senza mai mostrare se stesso come narratore e senza mai dare l'impressione al lettore di voler essere un didatta. L'autore deve trasparire dalla sua opera in tutto e per tutto, ma eliminando se stesso. Più facile a dirsi che a farsi, ma davvero arguto.
Sottolinea, come gli altri, l'importanza di creare una propria voce distinguibile dagli altri, di affinarla col confronto con gli altri autori (evitando di lasciarsi scoraggiare); l'importanza iniziale di farsi un nome assecondando le volontà del mercato, che una volta avuto da noi quello che vuole sarà più propenso ad accettare quel che noi vogliamo dare al mondo, con opere più impegnative; l'importanza del lavoro: lavoro, lavoro, lavoro.
Queste sono solo alcune delle varie riflessioni fatte dall'autore, in modo schietto ed efficace. Non vi nascondo che ci sono cose che lui presenterà come verità assolute con le quali nemmeno io sono d'accordo; ho preso quel che ritenevo il meglio, e l'ho fatto mio. In fondo, nessuno vuole imitare l'uno o l'altro autore, nessuno vuole diventare identico a Jack London (oddio, forse), ma crearsi una propria voce traendo il meglio da chi ha già realizzato il sogno e gettare le fondamenta per il proprio.
Ora, quello che a me sarà sembrato illuminante, per qualcun altro potrà sembrare un'accozzaglia di stupidaggini; ma se c'è una cosa che ho capito è che i grandi scrittori del passato hanno tanti pensieri in comune, riguardo allo scrivere con qualità e alla strada da seguire per diventare scrittori, ma anche tante idee divergenti. Il trucco sta nel prendere quel che crediamo si accordi meglio con quella che è la nostra filosofia di vita e le nostre convinzioni, metterle insieme e cementificare il nostro modus operandi.
Buona parte di queste cose, le ho trovate in questo libricino. E potreste trovarcele anche voi, quindi leggetelo.
"Non spiegare la tua filosofia, devono essere i personaggi a farlo. Il lettore non vuole le tue dissertazioni sull'argomento, le tue osservazioni, il tuo sapere in quanto tale, le tue opinioni su tutto questo, le tue idee... però metti tutte queste cose che ti appartengono nelle storie, eliminando te stesso. E questa sarà l'atmosfera, e questa atmosfera sarai tu, capisci? Tu, tu! Solo allora sarai un artista e non un artigiano."
Indicazioni utili
Nuotare sott'acqua e trattenere il fiato di Francis Scot Fitzgerald
Nè per fama nè per denaro di Anton Cechov
Zen nell'arte della scrittura di Ray Bradbury
On Writing di Stephen King
On Writing di Hernest Hemingway