Dettagli Recensione
Un Tolstoj senza peli sulla lingua
Arrivati alla conclusione di questo testo, a primo impatto, molti potrebbero definirlo un libro che si odia o si ama. Questi sentimenti potrebbero scaturire dalla concezione “molto” forte di arte da parte di Tolstoj che non accetta scappatoie e vede la sua idea come unica.
Questo saggio è stato pubblicato nel 1897, ed è stato preparato nel corso di più anni, tra cui è intercorsa anche la crisi spirituale che colpì l’autore agli inizi degli anni ’80 dell'ottocento.
Per Tolstoj, l’arte è solo e unicamente espressione della coscienza religiosa dell’uomo.
Forse se mi fossi fermata anch’io a questa considerazione, probabilmente, avrei odiato questo libro o l’avrei considerato parziale.
Ma come si può ben capire dal titolo di questa recensione, qui Tolstoj si mostra diretto, “senza peli sulla lingua” e non le manda a dire a nessuno, ci pensa lui.
Critico, spietato e risoluto. Ho apprezzato tantissimo il fatto che non si sia messo a criticare fra le righe ma che invece abbia messo nomi e cognomi dei vari autori e colleghi da lui disprezzati e ovviamente senza dimenticare di elogiarne altri.
Chi non ha superato il suo “esame” è stato letteralmente massacrato. Fra gli altri non ho potuto non ridere sulle sue opinioni sui poeti maledetti, la mia insegnante delle superiori mi ci fece stare mesi…
Altra cosa che ho apprezzato tantissimo è che prima di tutto quando parla di arte, si riferisce ad essa, come all’insieme di tutte le arti (pittura, musica, scultura, poesia ecc..) senza distinzione fra minori o maggiori.
E’ il suo attacco diretto agli autori (senza escludere nessuno, neppure lui medesimo) è esilarante e divertente:
"Tutti i versi di questi autori sono ugualmente incomprensibili, oppure si capiscono solo in parte e a prezzo d'un grave sforzo"
“E’ perciò affermare che un uomo non capisce la mia arte perché è ancora troppo sciocco significa peccare e scaricare le proprie colpe addosso agli altri”.
Inoltre inneggia l'arte popolare, quella che non ha bisogno di spiegazioni ma che è subito compresa da tutti.
“Ma un’opera d’arte si distingue da ogni altra attività spirituale proprio perché il suo linguaggio è comprensibile per tutti, perché trascina tutti senza distinzioni”.
Ho avuto la fortuna di leggere un’edizione del 1978 che riporta in copertina Tolstoj nel ritratto di Repin del 1887.
Lo consiglio agli appassionati di arte (non vi fate trascinare dalla sua ottusità e anche se vi venisse da storcere il naso continuate la lettura) ma anche a chi volesse vedere un Tolstoj in “veste” diversa dal solito.
Buona lettura!!