Dettagli Recensione
Il senso di un'arte, una vita.
Philippe Petit funambolo autodidatta di fama mondiale, artista poliedrico, partendo dalla sua impresa del 1974, analizza i processi creativi che lo hanno portato a realizzare la sua impresa: camminare su una corda sottesa tra i due tetti delle torri gemelle. Petit compie una serie di imprese sempre al limite.
In questo libro viene analizzato il processo creativo, il suo in particolare, ma non solo questo. L’autore vuole farci fare un viaggio nella sua mente, nel suo modo di pensare e di vedere il mondo, il suo profondo senso di equilibrio, che scompare completamente dopo ogni impresa a limite. Racconta la sfida che deve affrontare ogni volta per riconquistare questo equilibrio estremo, fonte di vita e sopravvivenza. Dispensa consigli, e chiavi di lettura della vita, si apre e ci fa capire il suo modo di essere e di esserci. Professa la perseveranza, il continuo esercizio, l’ossessione per la realizzazione delle sue imprese, che non lo abbandonano mai, fino a quando non è compiuta.
Nel libro c’è un capitolo, per spiegare come Petit gestisce la fama e il successo, i complimenti fanno piacere, ma le critiche servono ad andare avanti. Il rispetto per la paura e il continuo studio di ciò che ci fa paura, per evitarla in futuro.
Un bel libro, sicuramente incentrato sulle esperienze funamboliche di questo artista, ma non sul funambolismo, il tutto può essere tranquillamente applicato a qualsiasi forma di arte o di performance si decida di intraprendere.
La parte finale è un insieme di massime, di aforismi, alcune pagine mi hanno dato anche un senso di poesia, e in fine ho quasi pianto.
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Riccardo
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Riccardo
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