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L'ideale borghese in crisi
Partendo dal fatto che si tratta di un'opera risalente alla fine dell'800, e che è un'opera teatrale, possiamo benissimo affermare che non c'è nulla di più succoso e gustoso di un bellissimo seducente infangamento di un luogo comune: l'inferiorità della donna nella società.
Ibsen, l'autore di questo dramma, vedeva già nel futuro, su questo non ci piove. Con magnifica lucidità ci vengono espressi i cardini morali della società a lui contemporanea: i soldi, il perbenismo, l'inferiorità in tutto e per tutto della donna. Con fare bigotto, la borghesia, ormai classe sociale egemone, ha già plasmato le persone, a tutti i livelli sociali. Le rivoluzioni di questo secolo e anche dei secoli precedenti (mi riferisco a quella Francese) non sono altro che echi distanti e non ascoltati.
Veniamo catapultati in uno scenario classico quanto spesso mal descritto: una casa con marito, moglie, 3 figli, bambinaia. La scena, già presentata in passato e ripresentata nel futuro, non è nuova dal punto di vista stilistico, ma lo è dal punto di vista ermeneutico, dell'interpretazione. Il pover uomo, che lavora duramente, torna a casa e si ritrova con la moglie che non ha fatto nulla e che non può offrirgli nessuna pace, nessun sollievo alla giornata perché considerata incapace di comprendere determinate cose. Con lucidità immensa Ibsen ci prospetta questa visione inerente in tutto e per tutto al suo tempo.
La trama racconta una normale storia familiare, ma in chiave diversa dal gusto della borghesia: la donna, che non accetta più la sottomissione, si ribella.
Il testo è scorrevole e piacevole, di facile comprensione e soprattutto di visionaria interpretazione. Pensando alla società di quel tempo possiamo solo stupirci di quanto Ibsen avesse visto avanti, di quanto avesse scrutato nella mente umana per giungere a quella conclusione. La storia è una critica pesantissima ai paletti che la gerarchia sociale imponeva (e se vogliamo dirlo impone anche ora) nei confronti della donna. Essa non è all'altezza di nulla, se non di stare in casa. Anzi, leggendo, il marito (che a quanto pare è una mente superiore) dice addirittura che le cattive cose vengono ereditate dai figli per colpa della madre.
L'interpretazione è una sola: ideale bigotto bocciato. La donna è e sempre sarà al pari dell'uomo dal punto di vista umano. La società impone però che sia sempre su un piano inferiore, anche adesso. L'unica cosa non tollerabile è l'immancabile presenza di chi la pensa realmente così. Io, da uomo, mi rifiuto di pensare a una nostra superiorità. Al contrario, così pensando, adeguandoci al pensiero comune, dimostriamo la nostra inferiorità nei loro confronti. Le cose si fanno in due, non da soli.
Per concludere, consiglio vivamente il libro a tutti quanti, essendo scritto veramente bene. Si dice che con Ibsen il teatro drammatico moderno sia nato. Devo sottomettermi a questa definizione, perché è la verità
Per ampliare il discorso ad un piano più attuale possiamo benissimo affermare che la stessa idea venga adesso applicata per gli omosessuali, le persone di altre culture o anche con chi è anticonformista. Triste situazione, la nostra. Un giorno soccomberemo tutti al peso dell'insensatezza di questi discorsi e ci renderemo conto degli errori che commettiamo nel pensare questo.
Infine, dirò solo che la stupidità, anche se molti non la vedono, risiede proprio nella totale assenza di crederci tali. Una persona è stupida proprio quando è convinta di non esserlo.