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Il pensieromane
Questo libro già dal titolo richiama le brillanti sedute psicanalitiche alla Woody Allen e si preannuncia una commedia per intellettuali, commedia brillante ma certo non allegra.
Il comico Bummidge non riesce più a far ridere il suo pubblico.
Ho scelto di servire il ridere, ma il peso della sofferenza m’ha spesso sopraffatto. Mentre mi drizzavo su instabili piedi udii gridare nelle strade i peccati della storia.
Quei minchioni avevano la bocca aperta in attesa di doppi sensi e lui li nutriva di Aristotile, Kirkegaard, Freud. Che cosa se ne fanno di un altro intellettuale autodidatta, malato di astrazioni, di un intellettuale americano?
Da lì parte la sua autoanalisi televisiva, la sua Ultima analisi probabilmente così chiamata dall’autore perché assomiglia a quella che una persona potrebbe fare in punto di morte guardando a tutta la sua vita. In questo caso l’analisi è condotta al capezzale non solo dell’individuo Bummidge ma anche della società. Se le battute del comico non fanno più ridere la causa è probabilmente sociale. L’umorismo è infatti strumento del diavolo, fa parte del cinismo con cui il male giustifica se stesso e dimentica la compassione per l’uomo. Come è possibile ridere in una società che monetizza, strumentalizza, fraintende e in cui l’individuo è schiacciato da imperativi morali sociali di una morale rovesciata e distorta: successo, denaro, amore (ma senza tenerezza). Imperativi rappresentati dalle persone che Bummidge ha intorno, persone che sono involucri senz'anima, che rappresentano gli idoli sociali.
Il lavoro mio? Me l’hanno rubato. La sofisticazione m’ha messo fuori combattimento. Tutti scherzano, sorridono. Le bugie passano per canzonature. La distruzione sembra una beffa. Il caos si trasforma in farsa perché il maligno è intelligente. E sa che il delitto di chi ride viene assolto. Il sadismo è spasso. Lo sterminio è orgia. In questo modo i pagliacci sono costretti a pensare.
La buia notte dell’anima mia è cominciata. Oh Lazzaro, siamo fratelli, muoio di banalità. Posatemi in questa tomba di vecchie battute. Fatemi sentire per l’ultima volta la risata del male.
In un certo senso questo ripercorrere la propria vita dalla nascita ha un significato religioso di autopurificazione e di rinascita. Come Lazzaro torna alla vita così l'uomo torna a se stesso e l'artista torna a parlare alla massa cercando di evocare l'uomo.
Oh, uomo dopo la caduta, mentre giaci dolente nel profano, anelando a ciò che è realtà assoluta…
L’autoanalisi spazzerà via gli idoli riportando Bummidge all’origine di se stesso, in una ricerca di spiritualità e di un valore non materiale dell’esistenza, in un ritorno alle origini quando la risata aveva ancora la sua purezza e non serviva da maschera al cinismo. Il ritorno dell’individuo a se stesso coincide con quello dell’artista al suo ruolo di promotore della presa di coscienza della massa. L’artista deve arrivare al cuore del suo pubblico sciogliendo la massa amorfa nei singoli individui dotati di coscienza.
La massa si butta sempre sulle cose più audaci o stravaganti. Parliamo di esplosione atomica e di esplosione demografica, ma nel ventesimo secolo c’è anche un’esplosione di coscienza.
Non sono unicamente uomo ma anche uomo che è artista… Per quanto impossibili possano essere le condizioni e il riso sia in declino, a me non resta altra scelta che affrontare le reali condizioni.
Ho impiegato tanto tempo a superare la fase brutale della vita. E quando l’ho superata, ho trovato che la fase mediocre mi stava aspettando. Adesso è passata e sono pronto per la fase sublime.
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