Dettagli Recensione
Poesia cantautorale
Ecco un’antologia poetica molto particolare. I versi che vi sono contenuti e che vengono analizzati dalla curatrice nel testo di presentazione, non nascono dalla penna del poeta ante litteram, bensì dal mondo cantautorale. Non è il primo tentativo fatto in tale direzione, ma quella di Sara Notaristefano è una nuova voce che si eleva per sottolineare come i testi nati per essere messi in musica siano un genere letterario che possiede non solo una sua dignità, ma anche una sua intrinseca bellezza, godibile anche in mancanza dell’elemento musicale, che accomuna questi componimenti alla poesia vera e propria.
E’ sempre esistita la tendenza a sottovalutare la valenza letteraria dei testi per musica, nonostante sia ormai comune trovare le cantiche dei trovatori sulle antologie. La differenza sta nel fatto che esse sono circonfuse da un’aura di importanza per il fatto di essere ormai parte della Storia, mentre la canzone contemporanea viene sottovalutata. L’autrice vuole ribaltare quest’ottica offrendo un’ampia scelta di autori e brani per dimostrarne la piacevole lettura e la valenza poetica anche distinguendola dalla partitura musicale.
Dopo una spiegazione di prammatica su modi e intenzioni della raccolta, si parte per un viaggio attraverso i principali centri di produzione della musica “leggera” occidentale: Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia. La scelta può essere opinabile, ma rispecchia il tipo di musica cantautorale che conta le maggiori vendite in Italia.
Per ogni cantautore preso in esame, vengono presentate due/tre canzoni, con il testo intero (niente tagli o scelte di parti significative). Segue una breve nota dell’autrice, di solito volta a fornire qualche dato in più sulla nascita della canzone.
Questo è quanto offre il volumetto, che senza dubbio spingerà gli amanti della musica a riascoltare gli autori citati, magari con un’attenzione nuova. La valenza letteraria dei testi citati, purtroppo, non sempre risulta così palese. Finché si tratta di testi italiani, nulla da dire. I nostri cantautori sono stati (alcuni lo sono ancora) una vera miniera di parole stupende. La magia si perde quando ci si sposta all’estero.
Purtroppo i testi sono stati tradotti con poca padronanza, in soluzioni che non sono né letterali in senso stretto, né possiedono una propria valenza poetica (comunque difficile da gestire per chi poeta non è). Forse sarebbe stato più saggio affiancare alla traduzione il testo originale.
Le note, inoltre, sono di qualità ondivaga. La presentazione è inutilmente costellata di latinismi, caratterizzata da un linguaggio specialistico e volutamente accademico, e la sua lettura risulta ben poco intrigante, non adatta a far da prologo ad un’antologia quanto a precedere un saggio letterario per iniziati. I brevi concetti a conclusione delle canzoni, inoltre, non hanno tutti una vera valenza. Non c’è una linea di condotta precisa sul tipo di informazioni fornite. A volte ci si trova di fronte a una breve valutazione letteraria del testo, altre a qualche nozione specifica (data, momento del debutto). Altre volte ancora non viene fornito alcuno spunto interessante.
In generale, quindi, un’antologia sicuramente intrigante per stimolare un ascolto più attento della forma-canzone, ma senza informazioni interessanti che consentano un’analisi letteraria o storica di qualità.